HAIKU NOIR   V edizione 

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URBINOIR PRESENTA:

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V edizione di HAIKU NOIR    

1. Sono aperte le iscrizioni all’edizione 2022 di Haiku Noir, il concorso di Urbinoir al quale si partecipa con un massimo di tre poesie, in lingua italiana, inglese o giapponese (in questo caso seguita tra traduzione in italiano), secondo le regole dell’haiku: tre versi di 5, 7, 5 sillabe. In considerazione degli sviluppi contemporanei della forma haiku, sia in Giappone sia in Occidente, tale numero di sillabe non è strettamente obbligatorio, pur restando altamente auspicabile.

2. Le opere devono essere ben riconoscibili come noir, pena l’esclusione – o per tematica, o per atmosfera, o per stile, o per personaggi…

3. Non è prevista alcuna quota di partecipazione.

4. I partecipanti dovranno inviare (in formato Word) – entro e non oltre la data di scadenza fissata al 31 maggio 2022 – all’indirizzo mail haikunoir@uniurb.it  un unico file allegato contenente: le poesie con le quali intendono concorrere, il nome e l’e-mail dell’autore/autrice.

5. La Commissione di Giuria è presieduta da Gianni Darconza (poeta, studioso di letterature comparate e Presidente del Premio)e composta da scrittori, giornalisti e docenti universitari. 

6. La premiazione si terrà nella seconda metà di Agosto 2022 e verrà premiato un solo haiku per ciascun autore/autrice.

Primo premio: diploma di vincitore e (per chi sarà presente) 1 pernottamento in prestigioso hotel di Urbino.

Secondo e terzo premio: diploma e(per chi sarà presente) 2 biglietti d’ingresso a Palazzo Ducale.

Aggiornamenti e contatti:

https://www.facebook.com/urbinoir.uniurb

https://urbinoir.uniurb.it/

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Call for papers – Donne in noir – URBINOIR 2022 – 

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Donne in noir – URBINOIR 2022 – 24-25-26 novembre

Donne in Noir: le protagoniste della crime fiction contro la violenza e la discriminazione

L’edizione 2022 di Urbinoir sarà dedicata alle “donne in noir”. Autrici, personaggi, vittime e offender saranno indagati/e attraverso la lente della costruzione-decostruzione della femminilità, la manipolazione e i linguaggi della violenza fisica e psicologica, il femminicidio. 

In un anno in cui molti hanno deciso di mobilitarsi riguardo al ruolo della donna, ai suoi diritti, e credendo nell’importanza di raggiungere obiettivi basilari come la parità delle retribuzioni e la diminuzione dei casi di stupro, abuso, discriminazione, Urbinoir vuole interrogarsi sulla responsabilità delle studiose e degli studiosi di crime fiction nel dibattito in corso sui femminili professionali, sul linguaggio del corpo, sul ‘politicamente corretto’.

Come ogni anno, saranno presenti protagoniste/i della scena letteraria e culturale, insieme a studenti e docenti. Il convegno comprenderà alcune sessioni di interventi (dedicate a un universo multiforme fatto di streghe, assassine, dark ladies, poliziotte) coordinate dal gruppo Urbinoir. Tra le nostre ospiti, Deborah Brizzi (ispettrice di polizia e scrittrice), Cristina Brondoni (criminologa e scrittrice), Eleonora Pinzuti (formatrice e scrittrice), Tiziana Prina (editrice e traduttrice), Giada Trebeschi (editrice e autrice di romanzi storici). 

Ci saranno inoltre altri nomi illustri ed eventi performativi legati al territorio.

Si potranno proporre interventi su qualsiasi ambito del genere poliziesco-noir che si ricolleghi alle tematiche di cui sopra. Scadenza per le proposte: 31 maggio 2022.

Inviare le proposte (abstract di max 20 righe) a:

urbinoir@urbinoir.it 

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Curiosamente, spunti incrociati: Brizzi – Cornelli

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Venerdì 4 febbraio alle 16.30 si è tenuto online un interessante dialogo fra una scrittrice che già conosciamo (l’ispettrice di polizia Debora Brizzi, Urbino e le città del libro noir 2019) e un criminologo che non abbiamo ancora avuto l’onore di avere con noi ma che speriamo di avere presto a Urbino (il prof. Roberto Cornelli, Un. Milano Bicocca). “CuriosaMente” è il titolo del ciclo di incontri organizzati dalla Biblioteca d’Ateneo, di cui questo evento fa parte. 

L’incontro si è svolto a voci alternate, in forma di dialogo sulle modalità on cui le polizie sono raccontate nei romanzi e nei saggi scientifici e sulle loro diverse rappresentazioni nella vita quotidiana, a partire dai libri più recenti dei due relatori: il romanzo di Deborah Brizzi La stanza chiusa (Mondadori 2018) e il saggio di Roberto Cornelli La forza di polizia. Uno studio criminologo sulla violenza (Giappichelli 2020).  Tra i temi trattati, emergono quelle che chiamerò le tre V: verità, vendetta, violenza. Queste tre parole sono connesse e vale la pena riflettere sui percorsi che le uniscono, tra cui la ricerca dell’ordine, la costruzione della malvagità, la sopraffazione sui soggetti vulnerabili, la (s)fiducia nelle istituzioni, l’educazione affettiva, l’uso della forza nelle relazioni.

Con piacere ho imparato da Cornelli una parola nuova – pleonexia – e da Brizzi un’espressione –  l’“invidia della tenerezza” – che ribalta in modo molto intrigante lo stereotipo dell’  “invidia del pene” di freudiana memoria.

L’incontro si è tenuto come un ping-pong (proprio questo termine è stato usato dal presentatore) e siamo grati agli organizzatori per averci inconsapevolmente seguiti sulla strada da noi inaugurata nell’ultima edizione Urbinoir (2021) col ping-pong noir fra Michele Catozzi e Tiziano Mancini. 

Bello anche che il titolo, “Fuoco incrociato”, sia stato subito ribattezzato dai relatori “Spunti incrociati”. Che bello uscire dalle dinamiche della competizione e dello scontro ed entrare in un mondo di interconnessione e di rispetto dell’Altro.

https://www.biblio.unimib.it/it/eventi/fuoco-incrociato 

(a.c.)

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Melany Star, Settembre veneziano (PAV Edizioni 2019)

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Melany Star, Settembre veneziano (PAV Edizioni 2019)

Complice la pandemia e la sempre crescente montagna di lavoro, segnalo con colpevole ritardo questo piccolo gioiello noir di ambientazione… lagunare. L’autrice che si cela dietro questo romantico pseudonimo riesce a portare il lettore nelle atmosfere suggestive di Venezia e al contempo a creare una trama fatta di mistero, suspense e colpi di scena. Ammetto che il libro mi ha irretita fin dalla prima pagina – “Un bellissimo, affascinante bastardo con la barba di qualche giorno, trascurata ad arte, che gli incorniciava la bocca da mascalzone.” Un punto di vista che ricalca al femminile il tipo sguardo (maschile, manipolatore, politicamente scorretto ma indimenticabile) del private eye chandleriano, tough guy indiscusso che indugia volentieri su corpi e labbra di donna nelle pause delle sue indagini.

Fra attentati terroristici, serate mondane, simboli massonici e competizioni sportive si snoda una vicenda che ci porta avanti e indietro nel tempo, incollandoci alla pagina fino alla fine del romanzo; e i dialoghi si alternano alle descrizioni, sviluppando un equilibrio formale di tutto rispetto che alla fine ci fa perdonare qualche caduta libera del tipo: “Sei una gattina o una tigrotta?” Del resto il substrato insistentemente sentimentale/erotico, che indulge in un registro ben poco noir (parole come sexy, flirt e seducente sarebbero da segnare a penna rossa), finisce per stemperare la crudezza del genere poliziesco senza perdere comunque di vista l’obiettivo finale. In conclusione: gustoso, ben scritto, e divertente come un gioco di società: meglio se terrete sotto mano una mappa di Venezia.

(a.c.)

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Calvino e la scienza, Rinviato al 28 p.v. incontro con G.I. Bischi

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EVENTO RINVIATO al 28 Gennaio 2022

Si comunica che la conferenza del prof Gianitalo Bischi prevista  venerdì 21 gennaio, per gravi cause improvvisamente sopraggiunte, è rinviata a venerdì 28 gennaio, alle ore 15,00  . 

Webinar venerdì 28 Gennaio 2022 ore 15:00-16:30
Relatore Prof. Gian Italo Bischi, Università degli Studi di Urbino

I docenti iscritti al corso sulla piattaforma S.O.F.I.A. potranno accedere al webinar solo con le credenziali e link inviato loro all’indirizzo con il quale si sono iscritti. Tutti gli altri docenti e studenti seguiranno il webinar sul canale Youtube istituzionale  al segunte LINK

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GIRAMONDO di Gianluigi Schiavon

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Proprio quando la pandemia sembra aver colpito pesantemente i nostri progetti turistici e le nostre possibilità di viaggiare in tutta tranquillità, ecco che arriva questo piccolo gioiello di Gianluigi Schiavon, Giramondo (Giraldi 2021): una vera boccata d’aria, una girandola di curiosità, una giostra di entusiasmo e d’intelligenza. Schiavon ci ha già sorpresi con due gialli atipici, La fuga e Rapkoka – atipici in quanto si discostano (finalmente) dal diktat italico che negli ultimi anni sembra privilegiare il regionalismo nazionale – e con il suggestivo A Bologna c’era la neve, diario fotografico di un tempo sospeso tra memoria e magia. 

Ma ci sorprende ancora con questa raccolta di racconti, alcuni dei quali brevissimi, tutti diversissimi tra loro per setting, stile, tema, personaggi e intreccio, e che costituiscono un mappamondo di storie intrecciate per caso o per gioco. Che si parli di un rapinatore di croissant o dell’abominevole troll di Oslo, della confessione di una mummia nel British Museum o di una ricognizione marziana tesa a verificare la fattibilità di invadere il nostro pianeta, Schiavon – giornalista, umorista e finissimo conoscitore dell’animo umano – sa condurre il lettore dentro la vicenda nel giro di un paio di righe (al massimo), e di sedurlo proprio attraverso l’esperienza della differenza culturale, del gioco di parole, della battuta di spirito mai fine a se stessa. 

Non ci sono storie migliori o peggiori. Il climax passa di storia in storia senza mai farci annoiare, e trasportandoci senza sosta nei quattro angoli della Terra. Ma visto che parliamo di noir, vi segnalo il contributo centrale, “La verità di Ginger”: un noir travolgente, divertente, secondo una tradizione che va dal Gatto nero di Edgar Allan Poe al Viale del tramonto di Billy Wilder, ma che Schiavon rende ancor più radicale. Non dirò altro, per non fare spoiler. Ecco l’incipit:

Salve, mi chiamo Ginger e abito al British Museum. In realtà Ginger è solo il mio soprannome. D’altra parte, come mi chiamo davvero proprio non lo ricordo. Capirete, sono passati 5.500 anni. 
Sono arrivato a Londra nel 1900. Dopo Cristo, d.C., come dite voi, mortali d’oggi. Comunque un secolo fa, un’inezia, rispetto alla mia età. Ora non mi guardate così un po’ di rispetto: non è colpa mia se sono in questo stato. Ebbene sì, ladies & gentlemen, ecco a voi Ginger, la mummia più famosa di Londra. In scena dal 1901, per servirvi: ho avuto successo subito, non faccio per vantarmi. Alla prima esibizione ero già una star. 

Che Ginger sia con noi. 

(a.c.)

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Diabolik a Urbino – Diabolik fra ‘ammore’ e malavita

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Grazie a Marco Lazzari, gestore del Cinema Nuova Luce e membro del gruppo Cinenoir, abbiamo avuto la possibilità di vedere Diabolik a Urbino la sera della sua uscita, il 16 dicembre, introdotto da una breve presentazione di Alessandra Calanchi e Tiziano Mancini curatori nel 2019 di Noir come l’inchiostro. True Crime e Fake News sulla pagina e sullo schermo, un volume della collana Urbinoir studi (Aras edizioni) che aveva in copertina proprio Diabolik davanti ai Torricini di Palazzo Ducale – disegnato naturalmente dal Maestro Giuseppe Palumbo (docente a Isia e illustratore di chiara fama), a cui va la nostra imperitura riconoscenza.

Come ciliegina sulla torta, è per noi un grande onore pubblicare un contributo del professor Roberto Danese (altro componente del gruppo Cinenoir) scaturito dalla visione e conseguente riflessione sul film.  

Diabolik fra ‘ammore’ e malavita

di Roberto Danese

La saga di Diabolik, inventata negli anni ’60 dalle sorelle Giussani, comincia da tre. Tutti gli elementi che caratterizzeranno negli anni a venire la storia fantastica del criminale in nero, in primis il personaggio determinante e iconico di Eva Kant, compaiono infatti nell’albo n. 3 (L’arresto di Diabolik, uscito il 1 marzo 1963). Si tratta di una sorta di rigenerazione della figura del geniale malfattore, che, da presenza oscura e impalpabile (era un solitario, una specie di Fantomas di cui nessuno conosceva il volto né capiva come facesse a essere dovunque e a sapere tutto quello che gli serviva per portare a compimento i propri colpi), diventa una figura meglio leggibile, soprattutto per il suo ostinato ‘cacciatore’, l’ispettore Ginko. Quali sono i tratti nuovi scaturiti dal mitico albo n. 3? Uno lo abbiamo detto: l’arrivo di Eva Kant, che da qui in poi farà sempre coppia con Diabolik, ponendosi automaticamente al di fuori della legge e diventando anch’ella bersaglio della polizia. Poi lo svelamento totale del volto del bandito, con la conseguente cancellazione della vita di facciata che gli permetteva di comparire tranquillamente in pubblico. Quindi la scoperta da parte della polizia di una delle sue ‘armi’ segrete più importanti: le maschere che gli consentono di diventare chiunque, anche l’ispettore Ginko stesso. D’ora in poi Diabolik ed Eva dovranno vivere in clandestinità e potranno interagire con gli altri solo dietro lo schermo delle stupefacenti maschere uscite dal laboratorio del fuorilegge.  Per leggere o scaricare l’articolo completo cliccare qui

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