Sarà presentato giovedì 28 settembre alle 18,30, alla libreria Emera di Fano “Italo Calvino e la complessità” (Aras, 2023) di Gian Italo Bischi e Giovanni Darconza. Brani scelti e recitati da attori della compagnia teatrale Nouvelle plague.
TRADUNOIR SPAGNOLO 2023
TRADUNOIR SPAGNOLO 2023 – I edizione – Modalità: presenza
Per il PDF cliccate Tradunoir spagnolo 2023
È indetto per le studentesse e gli studenti regolarmente iscritti alle lauree magistrali DIRI e CIDI la prima edizione del concorso Tradunoir in spagnolo.
Comitato di valutazione: G. Darconza e I. Alcántara Infante (Università degli Studi di Urbino Carlo Bo).
Premio: targa e pubblicazione digitale.
Premiazione: durante il convegno Urbinoir 2023, Venerdì 24 NOVEMBRE 2023, a partire dalle ore 11:00 in Aula Magna di Collegio Raffaello.
LE DOMANDE DOVRANNO PERVENIRE VIA EMAIL, UNITAMENTE AL CV E ALLA AUTOCERTIFICAZIONE RELATIVA AI VOTI CONSEGUITI NELLE MATERIE DI PERTINENZA NEL PROPRIO CURRICULUM (lingua spagnola, letteratura e/o cultura spagnola) E AL VOTO DI TESI DI LAUREA TRIENNALE, ENTRO IL 20 OTTOBRE 2023.
Prova d’esame:
- Traduzione in presenza prevista per mercoledì 25 Ottobre, a partire dalle ore 15:30 presso Collegio Raffaello;
- I risultati saranno resi noti entro il 15 di Novembre.
Per info e invio domande:
irene.alcantarainfante@uniurb.it
Brandoni su Giallo, 43
Holmes l’anarchico al Festival Emilio Lussu
Delitto senza castigo su Segnalazioni letterari
Brividi sul divano
B. Balsamo e G. Signoretti, BRIVIDI SUL DIVANO. I telefilm di Alfred Hitchcock (Marietti 1820, Bologna 2019)
Chi non conosce Hitchcock? Chi non ha visto almeno una volta almeno uno dei suoi film? Forse sono meno numerose le persone che conoscono la serie Alfred Hitchock Presents, comprendente ben 268 puntate (con la regia del Maestro) trasmesse dalla CBS prima e dalla NBC poi, per sette stagioni, dal 1955 al 1961. Negli ultimi anni anche in Italia è stato possibile vederne qualcuna.
Questo agile ma intenso libretto di Beatrice Balsamo (psicanalista e direttrice scientifica di Mens-a presso l’Università di Bologna) e Giorgio Simonelli (docente di Teoria e tecniche del giornalismo presso l’Università Cattolica di Milano) è quello che mancava per poter apprezzarle a 360 gradi. In poco più di 100 pagine, in edizione tascabile, è un vero gioiello che ci guida alla visione, alla comprensione, alla percezione dei particolari e dei backstages. La costruzione della suspense è indagata con cura, e accanto alla puntuale ricostruzione storico-culturale troviamo i nomi degli autori e sceneggiatori, pezzi da novanta che vanno da Roald Dahl a Ed McBain.
E veniamo al titolo: il divano è quello del terapeuta ma anche quello dello spettatore televisivo, il quale è – lo sappiamo bene – parte imprescindibile della visione di un film. E vedremo, leggendo queste pagine, quanto i brividi evocati dal titolo siano parte integrante del processo di identificazione, dell’immaginario culturale personale e collettivo, di una indagine sul sé.
(a.c.)
I pionieri del Metamondo di Tiziano Mancini
Un altro riconoscimento per Tiziano Mancini che al Premio letterario La Ginestra di Firenze si è aggiudicato il terzo premio con il suo ultimo romanzo I pionieri del Metamondo. Un traguardo che arriva dopo quelli raggiunti al Festival del Casentino e quello della Città di Cattolica. A questo consenso di critica e di pubblico che certamente saranno da stimolo per la sua futura produzione si aggiungano i migliori auspici di tutto il gruppo Urbinoir che gli augura ulteriore fortuna letteraria.
THE FREELANCE CRIMINOLOGIST
Un nuovo blog dedicato a Criminologia, investigazione, cronaca, true crime creato da Luca Marrone. Per raggiungerlo cliccare qui
Delitto senza castigo
New York (Brooklyn). Anni Venti. Una vittima odiosa che non suscita alcuna compassione (il dibattito sul crimine “giustificato” appare ancora aperto); un omicidio in una stanza chiusa a chiave (forse con l’accanimento di più assassini); una cerchia limitata di sospetti in una pessima famiglia patriarcale; una giovane gioiosa coppia d’investigatori sposati, con marito ideale e paritario, moglie brillante e coraggiosa (presto sotto copertura come cameriera). Delitto senza castigo risulta un ironico efficace romanzo di genere giallo, ben scritto soprattutto per denunciare in vario modo la condizione della donna, spesso soggiacente a maschi abusanti e incertezze economiche. L’ottima autrice (colta e femminista, seppur razzista) è Charlotte Perkins Gilman (1860-1935), da riscoprire grazie anche alla bella indispensabile presentazione dell’americanista Alessandra Calanchi (“Gruppo di famiglia in un inferno”), che sintetizza anche l’interessante bio-bibliografia critica.
Valerio Calzolaio
Dalla Golden age del giallo, Delitto senza castigo
Charlotte Perkins Gilman, Unpunished, trad. Luca Sartori, Delitto senza castigo, Le Lettere, Firenze 2023.
Questo romanzo è davvero un ibrido tra il romanzo sensazionale e il Whodunit Golden Age. Molto interessante… Ci sono un sacco di trovate. E poi c’è questo finale moooolto teatrale e molto Golden Age, con l’elemento dell’illusionismo, che viene utilizzato con l’intento non di uccidere ma di punire attraverso il rimorso, ed ecco che il risultato è il colpo apoplettico, secondo una logica in qualche modo provvidenziale. Chiaramente l’idea della maschera ricostruita a partire dal calco del volto della sorella morta è piuttosto artificiosa, come si addice a certi libri Golden Age (penso a The Hollow Man di John Dickson Carr per esempio!). E poi c’è tutto l’uso dello spazio domestico con il tema dello eavesdropping. La traduzione poi è scorrevolissima e si legge proprio volentieri. Ed è vero che c’è un crescendo e un passaggio dalla vena da commedia iniziale (che è forse l’elemento meno riuscito del libro) a una pressione psicologica che sempre più si esperisce dall’interno (il Diario in questo è fondamentale, e mi sembra costituire la vera soglia che segna il cambio di registro) e con un senso di profondo fastidio e turbamento. È chiara la componente ideologica e militante del testo (in relazione ai saggi e all’esperienza di vita di Gilman) e direi che nella seconda metà il pregiudizio patriarcale dell’obbedienza al pater familias assume davvero una sua forza oscura contro cui l’atteggiamento del lettore si fa di ribellione dirompente.
Maurizio Ascari