Archivi tag: URBINOIR STUDI

Diabolik a Urbino – Diabolik fra ‘ammore’ e malavita

Share

Grazie a Marco Lazzari, gestore del Cinema Nuova Luce e membro del gruppo Cinenoir, abbiamo avuto la possibilità di vedere Diabolik a Urbino la sera della sua uscita, il 16 dicembre, introdotto da una breve presentazione di Alessandra Calanchi e Tiziano Mancini curatori nel 2019 di Noir come l’inchiostro. True Crime e Fake News sulla pagina e sullo schermo, un volume della collana Urbinoir studi (Aras edizioni) che aveva in copertina proprio Diabolik davanti ai Torricini di Palazzo Ducale – disegnato naturalmente dal Maestro Giuseppe Palumbo (docente a Isia e illustratore di chiara fama), a cui va la nostra imperitura riconoscenza.

Come ciliegina sulla torta, è per noi un grande onore pubblicare un contributo del professor Roberto Danese (altro componente del gruppo Cinenoir) scaturito dalla visione e conseguente riflessione sul film.  

Diabolik fra ‘ammore’ e malavita

di Roberto Danese

La saga di Diabolik, inventata negli anni ’60 dalle sorelle Giussani, comincia da tre. Tutti gli elementi che caratterizzeranno negli anni a venire la storia fantastica del criminale in nero, in primis il personaggio determinante e iconico di Eva Kant, compaiono infatti nell’albo n. 3 (L’arresto di Diabolik, uscito il 1 marzo 1963). Si tratta di una sorta di rigenerazione della figura del geniale malfattore, che, da presenza oscura e impalpabile (era un solitario, una specie di Fantomas di cui nessuno conosceva il volto né capiva come facesse a essere dovunque e a sapere tutto quello che gli serviva per portare a compimento i propri colpi), diventa una figura meglio leggibile, soprattutto per il suo ostinato ‘cacciatore’, l’ispettore Ginko. Quali sono i tratti nuovi scaturiti dal mitico albo n. 3? Uno lo abbiamo detto: l’arrivo di Eva Kant, che da qui in poi farà sempre coppia con Diabolik, ponendosi automaticamente al di fuori della legge e diventando anch’ella bersaglio della polizia. Poi lo svelamento totale del volto del bandito, con la conseguente cancellazione della vita di facciata che gli permetteva di comparire tranquillamente in pubblico. Quindi la scoperta da parte della polizia di una delle sue ‘armi’ segrete più importanti: le maschere che gli consentono di diventare chiunque, anche l’ispettore Ginko stesso. D’ora in poi Diabolik ed Eva dovranno vivere in clandestinità e potranno interagire con gli altri solo dietro lo schermo delle stupefacenti maschere uscite dal laboratorio del fuorilegge.  Per leggere o scaricare l’articolo completo cliccare qui

Immagini collegate:

Note noir all’urbino jazz club

Share

Per l’estate musicale di Urbino Jazz Club, in programmazione il 20 Agosto 2021 la presentazione del volume Non ricordo. Amnesie, vuoti di memoria, rimozione nella letteratura e nel cinema noir a cura di Alessandra Calanchi e Roberto Mario Danese pubblicato da Aras edizioni per la collana Urbinoir Studi, e la premiazione del Concorso Haiku  noir 2020 condotta da Tiziano Mancini e Giovanni Darconza.

di seguito la locandina dell’evento

Immagini collegate:

 Il mostro di Roma di Luca marrone

Share

 “Il mostro di Roma – Delitto, devianza e reazione sociale nell’Italia del Ventennio” Collana UrbiNoir – Studi / Aras Edizioni (pag. 204 – 20€)

Il mistero rimane irrisolto e il caso appassiona ancora. A oltre novant’anni dall’ultimo delitto, le vicende del “mostro di Roma” sono oggetto di studi e corsi accademici.  L’ultimo libro che si occupa della serie di omicidi e violenze sessuali che sconvolsero la capitale fra il 1924 e il 1927 è stato scritto da Luca Marrone, è intitolato  “Il mostro di Roma – Delitto, devianza e reazione sociale nell’Italia del Ventennio” ed è pubblicato nella Collana   UrbiNoir – Studi da Aras Edizioni (pag. 204 – 20€).   Il volume non è solo una ricostruzione delle terrificanti aggressioni avvenute ai danni di sette bambine fra i due e i sei anni di età, ma ci offre uno spaccato del contesto storico, del ruolo della stampa dell’epoca nell’esasperare i toni e generare un allarme sociale che potrà essere placato solo con l’individuazione di un colpevole.  Quando un sospettato finisce agli arresti, i giornali non hanno dubbi: il “mostro” è lui. E anche il regime dell’epoca  tira un sospiro di sollievo, presentando il risultato come un esempio di efficienza del sistema che garantisce la sicurezza dei cittadini.  I titoli cubitali occuperanno le pagine dei quotidiani nazionali più diffusi. Quando 11 mesi più tardi il poveruomo verrà rimesso in libertà, totalmente scagionato,  la notizia avrà spazi irrisori e il malcapitato ne uscirà con una vita devastata.   Quindi, di pagina in pagina, il libro ci fa entrare nelle atmosfere di quasi un secolo fa, ripercorrendo dinamiche,  contraddizioni, errori nelle indagini e pregiudizi che avranno punti in comune con tanti altri casi avvenuti nelle decadi successive.

 Luca Marrone è docente alla  Lumsa  di Roma e ha proposto il caso del “mostro” come materia di studio per gli iscritti al Master in Criminologia applicata e Psicologia forense.  Il materiale di quelle lezioni è stato revisionato ed è diventato il libro più recente quella catena di efferatissimi delitti  che negli anni Venti  del ‘900 sembrano scaturire più dalla penna di un scrittore di  crime stories  che non essere casi reali.  Marrone riporta le descrizioni dei giornali dell’epoca, le scarse testimonianze disponibili, analizza la realtà storica e il modo di agire degli investigatori.  Le indagini si muovono con grande incertezza.  Il possibile aggressore  è descritto in maniera molto vaga: vestito grigio, cappello nero.  La violenza che riversa sulle bambine sue vittime è disumana. Ecco perché le ricerche si concentrano su disadattati, emarginati, persone con forme di anormalità psicologiche, ma non portano a granché.  All’improvviso arriva la presunta svolta: una giovane domestica di una coppia benestante, lui ingegnere, lei elegante signora della borghesia romana,   riferisce di essere stata oggetto di strane attenzioni da parte di un uomo che le si era rivolto con la scusa di darle un biglietto.  Scatta la denuncia. Partono le nuove indagini.  La famosa agenzia Stefani, voce ufficiale del regime fascista, il 9 maggio del 1927 riporta: «Le incessanti, febbrili indagini per la scoperta degli assassinii di Leonardi Armanda e di altre bambine, condotte silenziosamente ma tenacemente sotto la personale direzione del Questore di Roma, sono state coronate da pieno successo (…). L’assassino, raggiunto da un cumulo di prove, che appaiono irrefrangibili, è stato identificato e arrestato. Egli è il mediatore Girolimoni Gino».   I giornali si buttano sulla notizia e consacrano il “mostro di Roma” con ricostruzioni e valutazioni che lasciano poco spazio ai dubbi, prima che qualunque giudice abbia il tempo di esprimersi.   E qui, il libro di Luca Marrone ci fa osservare il percorso che proprio in quel periodo conduce alla fine della stampa libera, all’informazione totalmente allineata con le esigenze del governo di Mussolini. 

Dopo undici mesi di carcere Girolimoni viene prosciolto dal giudice che smonta tutte le tesi accusatorie e le relative prove. Per l’innocente si tratta di  una magra rivincita: perderà amicizie e lavoro. Morirà poverissimo dopo essersi messo a fare il riparatore di biciclette e il ciabattino.  Si capirà dopo che era  stato effettivamente lui a cercare di avvicinare la giovane domestica della coppia, che aveva presentato poi denuncia.    Ma non per importunarla: Girolimoni era l’amante della moglie dell’ingegnere e tramite il biglietto che aveva tentato di dare alla domestica, voleva contattare l’elegante signora per fissare il prossimo appuntamento. 

Nel libro si parla anche di Giuseppe Dosi, appassionato lettore di Arthur Conan Doyle e fan di Sherlock Holmes.  Dosi è un giovane poliziotto che adotta metodi di investigazione innovativi per l’epoca.  Non crede che Girolimoni sia il “mostro di Roma”.  Concentra le sue indagini su un pastore anglicano e ne parla con il magistrato che poi proscioglierà Gino Girolimoni.  Giuseppe Dosi è un personaggio scomodo per il regime. Il pastore inglese, già denunciato per pedofilia, verrà dichiarato non in grado di intendere e di volere.  Riparerà negli USA e rimarrà fuori dal caso. L’ostinazione di Giuseppe Dosi genererà vari nemici, e  sarà addirittura lui a ritrovarsi per diciassette mesi in  una struttura di salute mentale. Verrà reintegrato nella Polizia solo dopo la caduta del fascismo. 

Luca Marrone ci fa scoprire come le tecniche di indagine odierne avrebbero affrontato il caso di “mostro di Roma”,  palesa le ingenuità commesse dagli investigatori dell’epoca,  ci fa capire quanto il contesto storico e sociale abbia avuto una pensate influenza  sull’esito delle indagini e la ricerca del colpevole.  Il potere dei media nel creare un certo “clima” attorno alle vicende di cronaca era  un potente strumento di condizionamento allora e rimane un fattore significativo anche oggi. La ricca bibliografia che chiude il libro edito da Aras  è una ricca fonte di spunti per chi si interessa di criminologia, psicologia e profiling.

Gabriele Cavalera

Immagini collegate:

Presentazione di Non solo Nero Wolfe

Share

Alessandra Calanchi e Francesca Secci presentano il quarto volume della collana URBINOIR STUDI, Non solo Nero Wolfe. Misteri in cucina e cuochi del mistero negli USA tra Depressione e Guerra Fredda (di F. Secci con Introduzione di A.Calanchi, Aras Edizioni, Fano 2015), nella favolosa cornice della Sala Portoghesi delle Terme Tettuccio a Montecatini (PT), in occasione dell’evento FOOD & BOOK – Festival del Libro e della Cultura Gastronomica (25-10-2015).

DSC_6356

Immagini collegate: