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In ricordo di Valerio Evangelisti

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Era il 20 dicembre 2005 e avevo organizzato con alcuni colleghi dell’Università di Urbino un incontro intitolato “I colori nella letteratura americana” presso la Biblioteca San Giovanni, a Pesaro. Gli invitati erano due: Maria Giulia Fabi (Università di Ferrara) che ci parlò di Legami di sangue di Octavia E. Butler e Mai più nero di George S. Schuyler, e Valerio Evangelisti con cui parlammo dei suoi romanzi Black Flag (2002) e Il collare di fuoco (2005).

Non era ancora nato URBINOIR, ma ci stavamo lavorando.

Ho rincontrato alcune altre volte Valerio a Bologna, ci siamo scambiate e-mail, alcune allegre altre tristi. Tutte intense. Ci siamo fatti coraggio a vicenda quando le cose andavano male.

Ora è il 19 aprile ed è tardi per invitarlo di nuovo a Urbino, perché ieri se ne è andato. E la sua mancanza è la mancanza di una persona speciale, un’altra luce che si è spenta.

(a.c.)

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Curiosamente, spunti incrociati: Brizzi – Cornelli

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Venerdì 4 febbraio alle 16.30 si è tenuto online un interessante dialogo fra una scrittrice che già conosciamo (l’ispettrice di polizia Debora Brizzi, Urbino e le città del libro noir 2019) e un criminologo che non abbiamo ancora avuto l’onore di avere con noi ma che speriamo di avere presto a Urbino (il prof. Roberto Cornelli, Un. Milano Bicocca). “CuriosaMente” è il titolo del ciclo di incontri organizzati dalla Biblioteca d’Ateneo, di cui questo evento fa parte. 

L’incontro si è svolto a voci alternate, in forma di dialogo sulle modalità on cui le polizie sono raccontate nei romanzi e nei saggi scientifici e sulle loro diverse rappresentazioni nella vita quotidiana, a partire dai libri più recenti dei due relatori: il romanzo di Deborah Brizzi La stanza chiusa (Mondadori 2018) e il saggio di Roberto Cornelli La forza di polizia. Uno studio criminologo sulla violenza (Giappichelli 2020).  Tra i temi trattati, emergono quelle che chiamerò le tre V: verità, vendetta, violenza. Queste tre parole sono connesse e vale la pena riflettere sui percorsi che le uniscono, tra cui la ricerca dell’ordine, la costruzione della malvagità, la sopraffazione sui soggetti vulnerabili, la (s)fiducia nelle istituzioni, l’educazione affettiva, l’uso della forza nelle relazioni.

Con piacere ho imparato da Cornelli una parola nuova – pleonexia – e da Brizzi un’espressione –  l’“invidia della tenerezza” – che ribalta in modo molto intrigante lo stereotipo dell’  “invidia del pene” di freudiana memoria.

L’incontro si è tenuto come un ping-pong (proprio questo termine è stato usato dal presentatore) e siamo grati agli organizzatori per averci inconsapevolmente seguiti sulla strada da noi inaugurata nell’ultima edizione Urbinoir (2021) col ping-pong noir fra Michele Catozzi e Tiziano Mancini. 

Bello anche che il titolo, “Fuoco incrociato”, sia stato subito ribattezzato dai relatori “Spunti incrociati”. Che bello uscire dalle dinamiche della competizione e dello scontro ed entrare in un mondo di interconnessione e di rispetto dell’Altro.

https://www.biblio.unimib.it/it/eventi/fuoco-incrociato 

(a.c.)

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Calvino e la scienza, Rinviato al 28 p.v. incontro con G.I. Bischi

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EVENTO RINVIATO al 28 Gennaio 2022

Si comunica che la conferenza del prof Gianitalo Bischi prevista  venerdì 21 gennaio, per gravi cause improvvisamente sopraggiunte, è rinviata a venerdì 28 gennaio, alle ore 15,00  . 

Webinar venerdì 28 Gennaio 2022 ore 15:00-16:30
Relatore Prof. Gian Italo Bischi, Università degli Studi di Urbino

I docenti iscritti al corso sulla piattaforma S.O.F.I.A. potranno accedere al webinar solo con le credenziali e link inviato loro all’indirizzo con il quale si sono iscritti. Tutti gli altri docenti e studenti seguiranno il webinar sul canale Youtube istituzionale  al segunte LINK

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Diabolik a Urbino – Diabolik fra ‘ammore’ e malavita

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Grazie a Marco Lazzari, gestore del Cinema Nuova Luce e membro del gruppo Cinenoir, abbiamo avuto la possibilità di vedere Diabolik a Urbino la sera della sua uscita, il 16 dicembre, introdotto da una breve presentazione di Alessandra Calanchi e Tiziano Mancini curatori nel 2019 di Noir come l’inchiostro. True Crime e Fake News sulla pagina e sullo schermo, un volume della collana Urbinoir studi (Aras edizioni) che aveva in copertina proprio Diabolik davanti ai Torricini di Palazzo Ducale – disegnato naturalmente dal Maestro Giuseppe Palumbo (docente a Isia e illustratore di chiara fama), a cui va la nostra imperitura riconoscenza.

Come ciliegina sulla torta, è per noi un grande onore pubblicare un contributo del professor Roberto Danese (altro componente del gruppo Cinenoir) scaturito dalla visione e conseguente riflessione sul film.  

Diabolik fra ‘ammore’ e malavita

di Roberto Danese

La saga di Diabolik, inventata negli anni ’60 dalle sorelle Giussani, comincia da tre. Tutti gli elementi che caratterizzeranno negli anni a venire la storia fantastica del criminale in nero, in primis il personaggio determinante e iconico di Eva Kant, compaiono infatti nell’albo n. 3 (L’arresto di Diabolik, uscito il 1 marzo 1963). Si tratta di una sorta di rigenerazione della figura del geniale malfattore, che, da presenza oscura e impalpabile (era un solitario, una specie di Fantomas di cui nessuno conosceva il volto né capiva come facesse a essere dovunque e a sapere tutto quello che gli serviva per portare a compimento i propri colpi), diventa una figura meglio leggibile, soprattutto per il suo ostinato ‘cacciatore’, l’ispettore Ginko. Quali sono i tratti nuovi scaturiti dal mitico albo n. 3? Uno lo abbiamo detto: l’arrivo di Eva Kant, che da qui in poi farà sempre coppia con Diabolik, ponendosi automaticamente al di fuori della legge e diventando anch’ella bersaglio della polizia. Poi lo svelamento totale del volto del bandito, con la conseguente cancellazione della vita di facciata che gli permetteva di comparire tranquillamente in pubblico. Quindi la scoperta da parte della polizia di una delle sue ‘armi’ segrete più importanti: le maschere che gli consentono di diventare chiunque, anche l’ispettore Ginko stesso. D’ora in poi Diabolik ed Eva dovranno vivere in clandestinità e potranno interagire con gli altri solo dietro lo schermo delle stupefacenti maschere uscite dal laboratorio del fuorilegge.  Per leggere o scaricare l’articolo completo cliccare qui

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