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URBINOIR 2015: Noir 2.0 Il lato oscuro di Internet

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URBINOIR 2015:Noir 2.0. Il lato oscuro di Internet

Urbino 24-27 novembre 2015

Indagini informatiche, hacking, violazioni della privacy, furti di personalità, big data, attacchi informatici.

Il tema dell’usuale convegno autunnale di Urbinoir, organizzato nell’ambito del Dipartimento di Studi Internazionali, quest’anno prevede una stretta collaborazione con i colleghi dell’area scientifica in quanto ruota attorno all’utilizzo dei dati informatici sia da parte sia di chi commette crimini sia di chi svolge indagini, e della presenza di questi nuovi metodi nella letteratura poliziesca.

Hacker_Urbino_plus

Privati e istituzioni conservano ormai tutti i propri dati nelle memorie dei computer, e anche molto più di quello che credono di conservare, nel senso che alcuni dati personali si diffondono in rete senza che ne siano consapevoli (accessi a siti internet memorizzati dai cookies, dati di acquisti in rete ecc.). Posta elettronica, foto e interi backup di dischi sono conservati in server remoti (i clouds, ovvero nuvole) e ormai tutti i computer sono collegati in rete, così come lo sono gli smartphones, i pos, i telepass, i circuiti di videosorveglianza. Si aggiunga a questo che non esiste computer sufficientemente protetto, password o altro sistema di accesso inviolabile. Inoltre gli addetti ai sistemi informatici sono a loro volta vulnerabili e talvolta (anche involontariamente) forniscono informazioni di dati riservati.

Tutto questo è molto utile (e ormai ampiamente utilizzato) nelle indagini, ma anche da chi commette crimini, sia comuni sia informatici: dalle piccole violazioni della privacy, al furto di materiale (foto, e-mail) con cui ricattare persone fino ai “cyber-attacchi” e al terrorismo informatico.

Ovviamente la letteratura non poteva rimanere indifferente a tutto ciò, e tanti autori hanno inserito crimini informatici e indagini con metodi informatici nelle proprie opere, non solo prendendo spunto da vicende reali ma talvolta persino anticipando avvenimenti. Hackers capaci di intromettersi in sistemi informatici di istituzioni e di privati diventano strumenti preziosi per polizia e per criminali (talvolta per entrambi contemporaneamente) nei romanzi di Larrson, Deaver, Malvaldi, Ziccardi, tanto per citarne alcuni.

I relatori invitati includono: Giovanni Ziccardi (docente di diritto informatico e scrittore); Marco Lanzi (polizia postale); Marco Pivato (giornalista esperto di big data); Marco Malvaldi (scrittore). Inoltre, Tiziano Mancini proporrà una cena con hacking ispirata a wikileaks e Michele Bartolucci narrerà col suo violino le vicende di un classico del cinema muto.

 

 

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Urbinoir 2013 pubblicato IL (SOTTO)SUOLO E L’IMMAGINARIO

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A cura di Ivo Klaver fresco di stampa e già in libreria il volume che raccoglie i saggi del convegno Urbinoir 2013 dedicato all’esplorazione del tema del sottosuolo.  L’indice degli autori i cui saggi compaiono nel volume: Joseph Farrell, Stefano Bordoni, Vincenzo Fano e Claudio Calosi, Marco Monari, Marco Rocchi, Alessandra Calanchi, Jan Marten Ivo Klaver, Giuseppe Puntarello, Ilaria Micheletti, Salvatore Ritrovato.

Cliccare sul link seguente per leggere l’indice in PDF del volume 

Per acquistare il volume su IBS cliccare sulla copertina

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Mystery chef 2015 – Regolamento seconda edizione

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Urbinoir è lieta di presentare la Seconda Edizione di MYSTERY-CHEF

 Noir e gastronomia nella Terra dei Duchi

Dopo il successo e il divertimento dell’edizione 2014, torna il concorso che ha visto

Urbinoirtrionfare nella prima edizione i  Tagliolini alla Nero Wolfe di Francesca Secci (a destra nella foto, con Alessandra Calanchi, coordinatrice di Urbinoir). Un evento che quest’anno rientra tra le manifestazioni dell’Università di Urbino legate a Expo 2015.

Giunto alla seconda edizione, il Mystery-Chef Noir organizzato dall’Associazione Urbinoir con la collaborazione dell’Associazione “La caccia al Teshorror”, coniuga la passione per la lettura e lo studio della crime fiction con la tradizione gastronomica e il gusto per il buon cibo.

I concorrenti proporranno  un piatto presente in un racconto, romanzo o film “giallo” o “noir”; i cinque finalisti parteciperanno alla cena conclusiva al termine della quale sarà proclamato il vincitore.

Questo il Regolamento:

1 – Il concorso è aperto a tutti ed è gratuito.

2 – I concorrenti (singoli o a squadre di max cinque persone)  sceglieranno un piatto presente in un racconto, romanzo o film “giallo” o “noir”  e predisporranno una scheda corredata di due fotografie del piatto stesso – antipasto, primo, secondo, snack, dessert, ecc. –  (una in primo piano, unache lo ritrae in mano al cuoco/ai cuochi), ricetta, titolo dell’opera, autore e breve presentazione (max 500 parole) in cui i concorrenti spiegano l’importanza del piatto nell’economia del testo, le sue relazioni con l’indagine, con la figura dell’investigatore, con il contesto storico-geografico, ecc.

3 – Si accettano files in word, rft, pdf.

4 – ATTENZIONE: i tre files dovranno essere allegati alla mail

5 – Verrà valutata, oltre alla conoscenza letteraria/cinematografica dell’opera, la creatività personale (sia nella redazione della ricetta, sia nella preparazione del piatto, sia nella presentazione dello stesso).

6 – Le fotografie possono essere a colori o b/n o seppiate, comunque in formato digitale come il testo inviato, abbastanza leggere da poter essere allegate a una e-mail. Tale e-mail andrà indirizzata a:

alessandra.calanchi@uniurb.it

tiziano.mancini@uniurb.it

7 – La scadenza per l’invio dell’elaborato  è improrogabilmente il 31 agosto 2015.

8 – Entro il 30 ottobre la giuria, composta da tutti i membri di URBINOIR, comunicherà i nomi dei cinque vincitori (o squadre vincitrici).

9 – A questo punto, i vincitori si impegnano a partecipare alla serata conclusiva (ultima settimana di novembre: data e luogo precisi saranno comunicati con congruo anticipo in cui si terrà la cena durante la quale saranno presentati (dai candidati) e cucinati (dai ristoratori) i piatti dei vincitori, e tutti i commensali potranno votare il/i vincitore/i.

10 – Il/i vincitore/i oltre alla cena riceverà/anno una targa e il suo loro contributo sarà pubblicato nel sito Urbinoir e sulle pagine facebook di Urbinoir e Teshorror.

Per info:

urbinoir@uniurb.it

 

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Delitti al microscopio. L’evoluzione storica delle scienze forensi

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Il nuovo libro di Luca Marrone, Delitti al microscopio. L’evoluzione storica delle scienze forensi (), si colloca sulla scia dei suoi scritti precedenti, unendo il suo interesse per le scienze forensi alla sua passione per la letteratura poliziesca.  Marrone cerca infatti sempre uno spazio comune di confronto, di dialogo e di collaborazione fra l’arte della scrittura e la scienza dei fatti (o delle prove), e lo fa intrecciando le tappe della storia delle scienze forense (la nascita dell’anatomia patologica, l’ingresso dell’entomologia, e poi della botanica, della tossicologia, dell’antropometria segnaletica,  della dattiloscopia e della balistica, ecc.) e delle sue strategie di analisi (microscopia, fotografia, BPA, analisi del DNA, ecc.) con le grandi opere della letteratura poliziesca, da Edgar Allan Poe a Arthur Conan Doyle, citati frequentemente nel testo.

Sorvolando sui refusi, che non sono pochissimi, e su qualche caso in cui autori citati nel testo non appaiono in bibliografia – ad esempio “Holmes e Holmes”, che nulla hanno a che vedere con Sherlock ma immagino siano Ronald M. Holmes e Stephen T. Holmes autori di Serial Murder (2009) – il risultato  è (dal mio punto di vista, che è quello della letteratura e degli studi culturali) un ottimo compendio, utile per studenti e aspiranti investigatori, che si legge con interesse per la quantità di casi menzionati (a tratti, sembra di star guardando una lunga puntata di Quarto Grado: e non è una critica). Il libro, inoltre, offre numerosissimi spunti di approfondimento: passando da Jack lo Squartatore a Sacco e Vanzetti, da Al Capone a Dreyfus, e senza trascurare le tante implicazioni socio-culturali (fra cui l’antisemitismo, lo scapegoating e i crimini a sfondo sessuale), il libro di Marrone dimostra l’importanza della scienza forense e la sua intrinseca natura interdisciplinare e trasmette al lettore il suo entusiasmo per la materia che lo stesso Marrone insegna presso la LUMSA di Roma.

Se posso esprimere un desiderio per i prossimi libri che scriverà questo giovane e brillante autore, vorrei trovare citate non solo le opere di Poe, Doyle e compagnia, cosa comunque mi riempie di soddisfazione, ma di iniziare a trovare anche la critica, che finalmente inizia a esistere anche nel nostro Paese: per fare solo un paio di esempi, entrambi usciti su Linguae & Rivista di Lingue  Culture Moderne, parlando del caso Edalji si potrebbe citare “Quando Conan Doyle indaga: il centenario del caso Edalji tra realtà e finzione” di Roberta Mullini (Vol. 6, no. 2 / 2007), e a proposito del caso Lindbergh ci si potrebbe riferire a “La perizia grafica e documentale nel caso Lindbergh” di Beatrice Catenacci (vol. 11, 1-2 / 2012). Questo da un lato darebbe alla bibliografia uno spessore maggiore e al libro intero un valore aggiunto, e, dall’altro, darebbe ancor maggior legittimazione al lodevole intento di Marrone di far interagire scientificamente la crime fiction e le scienze forensi. Come diceva Sherlock Holmes, “the game is afoot”, la partita è cominciata!

a.c.

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La luce nera della paura, Massimo Rossi, recensione di A. Calanchi

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Seconda prova per Massimo Rossi, che con La luce nera della paura (Scrittura & scrittori 2015) regala ai lettori una nuova avventura che vede coinvolta la psicologa Helena, simpatica e sensibile ex poliziotta già incontrata ne L’ombra del bosco scarno. E’ certamente un thriller (non un noir: non ne ha l’atmosfera torbida, la tragicità esistenziale, l’avversione per le eccessive disambiguazioni, e i personaggi sono troppo riconoscibilmente buoni o cattivi) di ottima qualità, che ha al suo centro, come il precedente, un bambino. Nonostante qualche ingenuità, il romanzo si legge d’un fiato e presenta personaggi davvero interessanti: siano di primo piano, come il nonno del piccolo protagonista, oppure di sfondo, come il giovane un po’ spostato che teme di essere rapito dai marziani. Un difetto che spero Rossi supererà nel terzo romanzo (perché ci sarà senz’altro un terzo romanzo) è quello di voler dire troppo. Per esempio, c’è un punto in cui lo scrittore non sa resistere alla tentazione di far sapere al lettore dove un certo personaggio nasconde una certa cosa. Ci sarebbe stata più suspense se lo avessimo appreso più tardi, insieme agli altri personaggi. E’ vero che questo ci rende partecipi dell’ansia di chi lo nasconde, ma così non si sfruttano appieno le possibilità del thriller. Per il resto, lunga vita a Helena.

a.c.

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A testa in giù, (Morellini Editore 2014) di Elena Mearini

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Ci ho messo più del dovuto a leggere questo romanzo di Elena Mearini intitolato A testa in giù, (Morellini Editore 2014) purtroppo… Sì, purtroppo perché è una di quelle storie che vorresti leggere tutta d’un fiato. Invece tra impegni lavorativi e quotidiani ho dovuto interrompere la lettura per riprenderla nei ritagli di tempo libero, ma quando ero lontana da queste pagine non vedevo l’ora di tornare a immergermi nell’insieme di suoni e di colori che si ritrovano nell’intreccio di questa trama intelligente e coinvolgente. Sì, perché queste pagine parlano e arrivano dritte al cuore.

La tela che l’autrice ha tessuto è ricca di metafore che incuriosiscono e accompagnano il lettore in un viaggio, lo stesso che compiono le due voci dei protagonisti con i quali il lettore non può che sentire un’empatia molto forte, l’empatia che si crea anche tra i due personaggi: legati inconsapevolmente dal Destino o, se si preferisce, dalla Provvidenza.

Le due voci si scontrano e si incontrano in un mosaico di colori e suoni (e silenzi) e insieme trovano la Cura per il loro “malessere”, una cura semplice e pura, così a portata di mano, ma che della quale spesso ci si dimentica.

Una volta iniziato, non potrete più fermarvi, e allora lasciatevi guidare dalla luce dorata di queste righe alla scoperta di due anime luminose. Introduzione di Elisabetta Bucciarelli.

Elena Garbugli

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