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Il taglio freddo della luna di Piera Carlomagno

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Piera Carlomagno “Il taglio freddo della luna”, Solferino Editore, 2022, 19€

Questo nuovo noir di Piera Carlomagno è il terzo della saga ambientata in Lucania e avente per protagonista Viola Guarino, giovane anatomopatologa materana dalla folta capigliatura nera, con la sua Ducati 950 che, oltre a permetterle di viaggiare da un punto all’altro dell’affascinante appennino lucano, la aiuta a pensare.

Come nei primi due romanzi della saga, “Una favolosa estate di morte” (Rizzoli, 2019) e “Nero lucano” (Solferino, 2021), la giornalista e ottima scrittrice Piera Carlomagno non si accontenta di proporre avvincenti trame noir, che coinvolgono emotivamente i lettori attraverso omicidi e relative indagini caratterizzate da peculiari personaggi e inaspettati colpi di scena, ma le inserisce in ambienti e fatti di cronaca reali, e per questo ancor più inquietanti. Una coesistenza fra delitti immaginati e scomode realtà, con indagini che ci conducono alla scoperta di luoghi e misteri recenti nell’antica terra lucana. Del resto anche a questo serve il noir, sempre in bilico tra fiction e cronaca, come ci ha magistralmente insegnato Leonardo Sciascia, autore spesso citato nei romanzi della Carlomagno.

La vicenda è focalizzata sull’omicidio di un fisico, Vittorio Ambrosetti, chiamato nel 2019 in Basilicata per occuparsi della rimozione delle scorie radioattive arrivate dagli Stati Uniti negli anni Sessanta e sotterrate in un apposito sito in terra lucana, denominato “fossa irreversibile”. Una vicenda di cui si erano occupati (ma non abbastanza) i quotidiani, anche riferendosi al Centro per il trattamento dei rifiuti pericolosi tuttora presenta a Rotondella. Una problematica molto attuale e scottante (in ogni senso) che nel romanzo si intreccia con traffici di opere d’arte (persino la scena del delitto è allestita come un’opera d’arte, con Ambrosetti morto nella vasca da bagno con un asciugamano in testa, come il quadro “La morte di Marat”). Ma non è tutto, perché trent’anni prima Ambrosetti trascorreva le vacanze proprio in quei luoghi, dove aveva stretto amicizia coi giovani rampolli di antiche famiglie nobili di ricchi latifondisti lucani, strettamente legati a notabili e politici fino alle sfere romane. Tutte circostanze che galvanizzano i giornalisti locali e fanno lievitare la curiosità attraverso commenti “virali” sui social. Il romanzo presenta quindi un aspetto nuovo rispetto alla letteratura noir tradizionale: la preoccupazione degli investigatori sul modo per gestire la comunicazione, dovendo controllare non solo giornali e televisioni, ma anche il caos dei social, che con tempi rapidissimi diffondono notizie (spesso distorte) in modo praticamente incontrollabile.

Insomma, un romanzo dai forti contrasti. Innanzi tutto fra generazioni (le tre generazioni coinvolte nelle storie delle nobili famiglie lucane, e anche le due generazioni della giovane e colorata investigatrice Viola che dialoga con la nonna, lamentatrice funebre, sempre vestita di nero), ma anche fra chi si è fatto strada partendo da umili condizioni e chi invece sta decadendo pur essendo nato ricco e potente; contrasto fra mare e montagne lucane, agricoltura e industria, tradizione e innovazione. 

Ma è anche il romanzo di “ciò che resta”: ciò che resta di Matera 2019, dei materiali radioattivi sotterrati in Lucania, delle antiche famiglie di latifondisti lucani, degli amori di Viola Guarino, e ciò che resta (tanto in realtà) dei vini e delle antiche ricette della gastronomia lucana.

Gian Italo Bischi

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nero lucano di piera carlomagno

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 La patologa e antropologa forense Viola Guarino, specialista nell’esame della scena del crimine e dotata di un intuito “da strega”, già protagonista del noir “Una favolosa estate di morte”, torna a cimentarsi con una vicenda ambientata in Lucania, dove uno spietato serial killer lascia le sue vittime con il cranio spaccato e una carta geografica in mano. È di nuovo a fianco del sostituto procuratore di Matera, Loris Ferrara, ma questa volta in una affascinante, e allo stesso tempo inquietante, Matera invernale, all’indomani del suo exploit come capitale europea della cultura.

Un romanzo che nelle prime pagine cita “La Caduta” di Camus, e mostra professionisti di successo, che si sono arricchiti sfruttando nuove possibilità, accanto a vecchi notabili ancora in grado di condizionare amicizie e decisioni politiche. Le vicende narrate suggeriscono anche tante tonalità e tanti significati del nero: il nero della “Madonna nera” di Viggiano, il nero degli abiti delle anziane donne lucane, il nero del petrolio della Val D’Agri e alcune sue nere conseguenze, fatte di appalti, corruzione, degrado ambientale. E, naturalmente, il nero del noir, quello del degradato contesto sociale che si manifesta mano a mano che le indagini conducono gli inquirenti a scavare nei meandri della società, mostrando quello che sta dietro le apparenze. Quel “contesto” che richiama alla mente Sciascia, coi suoi noir che ben presto diventano analisi sociali e politiche.

Ma anche i toni del rosso diventano importanti: il rosso dei pavimenti delle vecchie ville lucane, di certi dipinti, e naturalmente del sangue. Tre delitti, con le stesse modalità e scanditi da altrettante pagine letteralmente “strappate” dalla Divina Commedia. Una stessa mano, ma in apparenza senza un movente. Indagini complesse, che procedono su più fronti, nello spazio e nel tempo, scavando nei luoghi dei delitti ma anche nei ricordi di tempi passati, muovendosi razionalmente ma anche con un po’ di intuito e di fortuna. 

La scrittrice salernitana Piera Carlomagno, giornalista professionista e presidente dell’associazione noir “Porto delle nebbie”, che organizza il SalerNoir Festival, ci conduce di nuovo fra i profondi calanchi lucani, profondi come la storia di questa terra, che si divide fra tradizione e innovazione, con la protagonista Viola che sfreccia sulle due ruote della sua potente Ducati da un luogo all’altro, da un uomo all’altro, e la saggia nonna, di professione lamentatrice funebre, che le cucina piatti tradizionali e le parla con un incomprensibile (almeno per noi) dialetto lucano.

GIB, 4 giugno 2021

Piera Carlomagno “Nero lucano”, Solferino Editore, 18€.

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