Oggi alle 16 salotto virtuale di Sherlock Holmes col nostro Luca Sartori.
Per partecipare cliccare sul link precedente o sull’immagine qui di seguito per entrare nel Salotto di Baker street
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Oggi alle 16 salotto virtuale di Sherlock Holmes col nostro Luca Sartori.
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GIADA TREBESCHI, LA BESTIA A DUE SCHIENE, GÜNZBURG, OAKMOND PUBLISHING, 2020
Fra i tanti pregi di questo romanzo, c’è anche quello di aver messo se non al centro quanto meno in evidenza sir Melville Macnaghten, che si occupò realmente del caso di Jack lo Squartatore ma che film, racconti e romanzi sul serial killer inglese che nel 1888 uccise e mutilò il cadavere di cinque (o forse sei, o forse sette) prostitute avevano sempre lasciato da parte. Complice Johnny Depp, che lo ha interpretato in From Hell – La vera storia di Jack lo Squartatore, il detective che spesso si trova legato all’assassino vittoriano è l’ispettore Frederick George Abberline, che era di certo molto dissimile fisicamente dall’attore americano. Macnaghton, in realtà, assunse le funzioni di vicecommissario capo di Scotland Yard dopo gli omicidi di Whitechapel ma in un memorandum indica tre possibili colpevoli: Druitt, un giovane studente di medicina che si suicidò pochi giorni dopo l’ultimo omicidio, e due immigrati ebrei, Ostrog e Kosminski, che gli ultimi studi relativi al DNA trovato su uno scialle appartenuto a una delle vittime confermerebbero come l’assassino. In questo romanzo Macnaghten chiede al suo amico Duncan Primrose, nobile scozzese ossessionato da un amore contrastato, di indagare su un attore sospettato di essere Jack lo Squartatore. È appunto Duncan il vero protagonista della vicenda, un detective per noia e passione che a poco a poco si lascia coinvolgere dall’inchiesta.
Il romanzo non rispetta sempre i fatti storici, ma perché dovrebbe farlo? È importante e ammirevole che siano perfettamente salvaguardati l’ambientazione dell’epoca e la mentalità del periodo, e rappresentata con precisione la contraddittoria e affascinante società vittoriana che si muove sullo sfondo. La trama, per esempio, prende le mosse da uno dei più interessanti episodi avvenuti durante gli omicidi, riportata fra gli altri da Donald Rumbelow: a Londra, nell’agosto 1888, andava in scena la versione teatrale dello Strano caso del dr Jekyll e di mr Hyde, nel quale il giovane attore Richard Mansfield stava riscuotendo un enorme successo per la sua sensazionale interpretazione del protagonista, in particolare per la sua stupefacente trasformazione. Quando iniziarono i delitti, il 31 agosto dello stesso anno, a Scotland Yard iniziarono a giungere molte lettere che indicavano possibili sospetti. Fra i tanti vicini di casa e nemici personali accusati di essere lo Squartatore, una lettera indicava come assassino proprio Mansfield, dato che la sua interpretazione era talmente verosimile da dover necessariamente essere ispirata a una sua ossessione personale. In La bestia a due schiene, l’attore accusato da una lettera anonima è impegnato invece in una rappresentazione di Otello, e la frase che dà il titolo al romanzo è tratta dalla tragedia shakespeariana dove Iago la usa volgarmente per indicare l’atto sessuale. Il dramma di Shakespeare è particolarmente adatto per indagare sulla vicenda: come sempre, in un caso di cronaca che colpisce l’opinione pubblica, quel che è interessante non sempre è l’identità dell’assassino, ma il modo in cui il delitto o i delitti mettono in luce angosce e incertezze private e collettive, esattamente come accade nel romanzo. Otello è un’opera in cui i personaggi non sono ciò che sembrano o che si scoprono diversi da come pensano di essere. Nessuno è del tutto innocente e tutti i personaggi sembrano in qualche modo costretti a fare i conti con quel lato oscuro della sessualità rappresentato dall’immagine della bestia a due schiene che dà il titolo all’opera. Non è innocente nemmeno il protagonista, nobile annoiato e ossessionato, un po’ eroe wildeano e un po’ Sherlock Holmes con qualche tocco dei personaggi stevensoniani, che potrebbe essere un personaggio seriale ideale, dato che per quel che lo riguarda molte cose restano in sospeso alla fine del romanzo. E anche perché i delitti, reali e narrativi, nel periodo tardo-vittoriano sono così numerosi che il nostro Lord Duncan Primrose ha solo l’imbarazzo della scelta fra quelli che necessitano della sua competenza come investigatore.
Gino Scatasta, Prof. di Letteratura inglese, Università di Bologna
OttO di Michela Monti (Triskell 2020) non è solo, come riportato in copertina, “la conclusione di una saga appassionante”; è anche e soprattutto un romanzo tenero e feroce sul post-umano, sulla responsabilità, sulla disabilità vera o presunta che percepiamo come a-nomalia, a-normalità, dis-umanità. La protagonista che si risveglia dopo un lungo coma rientra nella tradizione utopica/distopica del ritorno alla vita di veglia dopo un’esperienza straordinaria, e straordinario è il plot che ci attende, indipendentemente dai due romanzi precedenti. Succede una cosa curiosa – ho provato a rileggere i due volumi precedenti, 83500 (2012) e M.T.V.M. (2019), e mi sono resa conto che la trilogia funziona anche così – giuro, provare per credere. Quindi: un volume di cui non si può fare a meno se avete già letto gli altri due, ma anche da cui si può agevolmente iniziare la saga, continuando poi con gli altri due. La storia si rigira infatti su se stessa a spirale, avvolgendo il lettore fra le sue spire e facendoci compiere ogni sorta di acrobazia, in un continuo altalenare di fughe, prigionia, disgregazione e ricomposizione. Uno studio, in definitiva, sul nostro presente, su quello che forse ci aspetta, con un risvolto poetico e crudele insieme sulla maternità, sul femminile, sull’amore, sul pregiudizio e sull’amicizia. Tutto in salsa noir, noirissima. (a.c.)
Splendidamente tradotto da Tiziana Prina, è il nuovo nato delle Edizioni Le Assassine – un romanzo pluripremiato, da cui è stato tratto un film con Isabelle Huppert; acido, arguto e “nerissimo” dalla prima all’ultima pagina, tanto da ricordare a tratti la grandissima Patricia Highsmith. Un incalzante racconto in prima persona che non lascia pause ma connette in una danza vertiginosa Baudelaire e Proust, Audrey Hepburn e Louis Armstrong, l’insalata Miami e la cannabis, un cane capace di sorridere e i creazionisti. Leggendolo, impareremo molto sulla sinestesia bimodale e sui biscottini all’arancia… e non solo. Da non perdere.
a.c.
squarcio nell’alba –
quella sirena taglia
come una lama
Maria Teresa Sisti
ultimo colpo
centra cuore e federa
con orlo a giorno
Maria Grazia Dessì
Nero su nero
il cadavere giace
nel suo passato
Marco Monari
Her eyes wide open.
The last hint of life deeply
Fixed on his conscience
Athena Caulfield
Disponibile al download al prezzo di 1,79 il n 1 della rivista di criminologia edita dal Il Clown bianco. Di seguito il link dove raggiungere la pagina
Nel blog di Paolo Roversi, Milanonera troviamo segnalati un paio di ghiotte occasione estive, il centenario della nascita di Charles Bukowski con un tributo , Taccuino di una sbronza, e un live su Instagram il 16 Agosto cui parteciperanno, scrittori, fan e appassionati dello scrittore americano. Un’intera giornata dedicata ai festeggiamenti del centenario della nascita di Charles Bukowski. Sarà il #BukowskiDay! A questo indirizzo per il live su Instagram.
Per tutte le altre informazioni cliccare qui.
L’altra chicca estiva è la disponibilità di un Podcast gratuito (disponibile qui) sulla vita del grande scrittore Giorgio Scerabenenco. Questo link per leggere tutta la newsletter di Paolo Roversi
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