Ettore Catalano, Un’infezione latente (Progedit 2020) prosegue la saga del commissario Tanzarella, già incontrato in Rosso Adriatico (2018) e Un mare di follia (2019). La vicenda si apre a Capodanno e si conclude intorno all’Epifania: e questa è già una valida ragione per acquistare e regalare questo volume durante le feste…
Il romanzo è elegante, ben scritto e seducente sotto molti punti di vista. La scrittura morbida e raffinata, la denuncia sociale del razzismo e dell’omertà, l’approfondimento psicologico del narratore-protagonista sono alcune delle altre ottime ragioni per procurarsi subito questo gioiello del noir italiano.
L’ambientazione ostunese ne fa poi una testimonianza linguistica e culturale suggestiva ed efficace, senza mai cadere nel folklore locale. Un elemento che contraddistingue l’autore, per i palati più fini, riguarda i numerosi riferimenti letterari: troviamo Melville e Pavese, Manzoni e Borges, senza mai cadere nello sfoggio erudito, ma come silenziosi e saggi compagni di un’avventura che – al di là delle indagini, della scena del crimine e degli interrogatori – sconfina spesso nella riflessione esistenziale e in un rimuginare senza sosta contagioso e fecondo.
Da non perdere. Aspettando il prossimo. (a.c.)