“L’influenza del genere noir: dall’ America alla Cina” di Giulia Costantini

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Il noir più che un vero e proprio genere costituisce una tendenza dell’immaginario, uno stile. Il “periodo d’oro” del noir cinematografico statunitense viene collocato tra il 1941 e il 1958, cioè tra The Maltese Falcon di John Huston e Touch of Evil di Orson Welles. Il fenomeno noir nasce però da un interscambio fra letteratura e cinema e devono molto alla narrativa hard-boiled.
I personaggi caratteristici del noir vivono come un’improvvisa caduta in un “brutto sogno”, che trasforma il loro mondo in una realtà continuamente ingannevole, e in un universo corrotto; essi si muovono in un contesto caratterizzato dall’incertezza, dalla confusione e dalla vulnerabilità. I personaggi tipici del noir sono soli contro tutti e si ritrovano continuamente in una situazione di persecuzione, nella quale la minaccia è ovunque, e spesso sono costretti a sopravvivere violando le leggi, per cercare di raggiungere i propri obbiettivi.
Un altro elemento che caratterizza le storie noir è il “triangolo”, che rimanda al triangolo edipico di Freud, nel quale il bambino è preso dall’ amore per la madre e dall’ odio per il padre (visto come un rivale). Lo stesso accade nel cinema noir: l’“eroe” solitamente è un investigatore privato, un uomo disilluso con un passato misterioso, non integrato nel sistema, impegnato in una “ricerca” (una donna misteriosa o la soluzione di un mistero); la dark lady è una donna seducente e pericolosa, terribilmente astuta e calcolatrice, alla quale l’eroe non può resistere; il “cattivo” è il rivale crudele, malvagio, perverso e squilibrato, caratterizzato da sintomi nevrotici e comportamenti bizzarri.
L’oscurità del mondo noir si riflette nello stile visivo a partire dall’ambientazione (interna o esterna), caratterizzata da un’illuminazione basata su contrasti di luce e ombra, dove tende a prevalere il buio. Il noir non rappresenta solo il lato oscuro di qualcosa, ma è capace di interpretare al meglio il senso di frammentazione e di discontinuità, dando voce a una colpa individuale o sociale.
Questo genere non ha avuto successo solo in Occidente: infatti, grazie a diversi scrittori, ha avuto una sua influenza e diffusione anche in Oriente. Per esempio, la Cina si svela grazie al noir. Il noir viene considerato la chiave ideale per penetrare nella società cinese, cogliendone gli aspetti più segreti e oscuri, mostrando le verità più nascoste e dando voce a tanti temi di attualità (come il colonialismo, il capitalismo..), scansando almeno in parte la censura, grazie alla maniera apparentemente innocua con la quale il marcio della società viene raccontato.
Uno dei principali scrittori che ha portato il noir in Cina è Qui Xiaolong, nato a Shanghai nel 1953 ed emigrato negli Stati Uniti dopo la repressione di Piazza Tienanmen. Il suo grande successo è dovuto alla serie dell’ispettore Chen Cao, storia interessante e affascinante soprattutto per l’ambientazione, infatti è ambientata in una Shanghai violenta e mafiosa, a causa del frenetico passaggio al capitalismo. La città è sconvolta non solo dal grosso cambiamento avvenuto al suo interno, in ambito sociale e politico, ma anche dalla metamorfosi avvenuta sul suo aspetto esteriore: i vecchi edifici coloniali lasciano il posto a numerosi grattacieli. La metropoli è infatti il palcoscenico delle imprese di un detective terribilmente testardo e dotato di una grande logica deduttiva, che vive con il ricordo malinconico del padre (caduto vittima delle Guardie Rosse) e basandosi sul ricordo della morale confuciana che gli era stata insegnata da bambino.
Le passioni di Chen sono la poesia e la cucina, infatti la storia è caratterizzata da diverse descrizioni gastronomiche, e ogni suo tuffo nei misfatti di Shanghai è accompagnato da citazioni colte, tipicamente occidentali (riprende anche Shakespeare). La misteriosa morte della compagna Guan è il titolo del capolavoro di Xialong Qi. Ambientato a Shanghai nel 1990, ha come protagonista Chen Cao, ispettore della squadra speciale, a tempo perso anche poeta e traduttore di letteratura inglese, che conduce le inchieste citando antiche liriche della dinastia Tang. L’eroina “rossa” è la bella Guan Hongying, il cui cadavere viene ritrovato in un sacco di plastica, che galleggia in un fiume alla periferia di Shanghai. L’inchiesta conduce Chen nell’ambiente perverso dei “principini”, i figli viziati e arroganti della nomenclatura di regime. Uno di questi è l’assassino, che l’ispettore riesce a smascherare grazie alle foto dei suoi rapporti intimi con la donna, ma l’inchiesta viene assunta dalla polizia segreta che monopolizza le azioni disciplinari dentro il partito. Nel finale il colpevole viene condannato a morte, ma per la ragione sbagliata, quindi l’utopica giustizia di Chen si infrange contro le logiche del potere.
E’ la Cina degli anni Novanta la vera protagonista del romanzo. Qiu Xiaolong racconta la fase più sconvolgente della transizione. Nel Paese è appena stata introdotta la riforma capitalistica di Deng Xiaoping, e i figli della nuova razza padrona organizzano orge sessuali con attrici e top model come in una Hollywood decadente, mentre al loro fianco vive un’umanità povera e disillusa in quartieri popolati da vecchi comunisti, che sopravvivono a stento con la pensione di Stato in case che sembrano più tuguri, senza bagno né elettrodomestici.
Quando l’indagine si trasferisce a Guangzhou (Canton), Qiu Xiaolong descrive perfettamente l’ambiente da città di frontiera in cui tutto è permesso, la descrive come la capitale del vizio. Il detective comunista è un perfetto eroe da noir che vive la sua vita con disincanto e malinconia, cercando un inutile conforto nel ricordo del padre defunto. Nonostante sia un genere di letteratura minore, anche a Pechino e Shanghai il noir riesce a raccontare tante verità proibite.
Vero è che l’autore scrive dall’America riportando verità nascoste del suo paese di origine, la Cina. I suoi libri sono scritti in lingua inglese, ma sono tradotti in varie lingue e vi sono diverse edizioni: sono letti anche in Cina, prevalentemente in inglese. Alcune edizioni sono state tradotte anche in lingua cinese, ma a causa della censura politica ci sono stati alcuni tagli e ogni riferimento alla città di Shangai è stato sostituito, cambiando il nome reale della città con un nome fittizio, “H city”. E’ importante comunque che diversi autori originari di Shangai e Pechino, attraverso le loro opere di genere noir, riescano a sollevare e a mettere in luce situazioni rilevanti del paese che spesso vengono mantenute nascoste.
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/05/17/londata-noir-degli-autori-doriente-cosi-il.html
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/04/02/la-cina-noir-dell-ispettore-chen.html

 

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La fuga, delitto in Bretagna di Gianluigi Schiavon

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UnknownGianluigi Schiavon, giornalista e scrittore, già autore di romanzi di cui tutti hanno parlato, come Il bambino del mercoledì, e di raccolte di racconti come Colpi bassi (sul ring e nella vita), ci regala con La fuga, Delitto in Bretagna (Giraldi 2015) un vero gioiello della narrativa d’indagine: una storia che piacerà sia ai tradizionalisti (c’è l’elenco dei personaggi e addirittura la mappa della Bretagna), sia a chi ricerca elementi di originalità. Schiavon, infatti, pur nel pieno rispetto delle regole del “giallo” convenzionale riesce a parlare con humor erudito di arte e di pugilato, di musica classica e di prostitute, di sequoie e clochard, di sirene e pugnali. Il commissario Bertot, poi, ci sta simpatico già alla prima riga della sua presentazione; e i frequenti flash back, lungi dall’appesantire la narrazione, le danno un respiro ampio e articolato, facendo piroettare il lettore fra sogni, labirinti, ring e cattedrali. Un romanzo da non perdere.
(a.c.)

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Call for papers Urbinoir 2016, Trilli diabolici e nature morte

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Discui

Unknown-5Call for papers – URBINOIR 2016 – 23-24-25 novembre

TRILLI DIABOLICI E NATURE MORTE

Crimes for art’s sake

Cos’è una “natura morta”, se non una scena del crimine? E cos’è il Requiem di Mozart, se non l’indizio sonoro di un omicidio? La musica e le beaux arts da sempre si intrecciano con il delitto: se in campo letterario abbiamo On Murder Considered as One of the Fine Arts di T. De Quincey e The Simple Art of Murder di R.  Chandler, nella pittura non si contano fin dall’antichità le Crocifissioni, flagellazioni e scene di omicidi, sequestri, stupri e guerre; la musica, poi, abbonda di murder songs e contro-melodie sataniche, dalla sonata per violino in sol minore “Il Trillo del diavolo” alle note dei Diabolus in musica. Inoltre, intorno a famosi pittori e musicisti troviamo ogni sorta di misteri irrisolti e delitti impuniti. Vedremo (e ascolteremo) in questa edizione di URBINOIR come l’arte, la musica e il noir dialoghino spesso e volentieri, scambiandosi energie e sollecitazioni reciproche che creano una fitta rete di rimandi a livello psicologico, sociale e culturale. In programma: conferenze e tavole rotonde, visite guidate a tema, mostre, concerti e molto altro ancora.

Raccogliamo proposte di interventi in ambito letterario, artistico, musicale e scientifico.

Si prega di inviare titolo dell’intervento proposto e breve abstract entro il termine perentorio del 15 maggio a:

alessandra.calanchi@uniurb.it

marco.rocchi@uniurb.it

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CHRISTMAS ADVICE PAPER FOR CRIME FICTION ADDICTED*. IN OTHER WORDS, FOR YOU di SARA PINI

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CHRISTMAS ADVICE PAPER FOR CRIME FICTION ADDICTED*.
IN OTHER WORDS, FOR YOU.
(e se avete pensato “Elementare, Watson” alla fine della frase ne avete bisogno sul serio)

* Approvato dalla WAD (World Association of Detectives) e IASEMS (International Association of
Sherlockians, Enduring Mysteries and Secrets).
Abstract: Consigli su come affrontare le feste per rilassarsi e non lasciarsi sopraffare né dai parenti né dai colleghi e amici detective. Non prendetela alla leggera, le feste son le feste, ma Natale è Natale: se non siete preparati al meglio rischiate di dover destreggiarvi tra i parenti che accusano mal di stomaco improvviso e colorito bluastro per aver mangiato l’arrosto di maiale cucinato da Holmes con laudano e salvia, o di dover separare Conan Doyle e John Silence che si azzuffano per essere i primi a fare una seduta spiritica con le sorelle Fox. Senza considerare che il pranzo di Natale già di suo si prefigura come una GSI, Greed Scene Investigation. Quindi, non sbiancate, fate un bel respiro e tenete sottomano questo foglio da consultare nei momenti di dubbio. Dopotutto, sono solo tre giorni: Vigilia, Natale, S. Stefano…
E poi Capodanno…
E le varie visite negli altri giorni…
Beh insomma, forse ve la caverete.

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RELIGIONE

Prima di catapultarvi nella massa di gente che sgomita stile “Questa è Spartaaa!” mentre prende d’assalto lo scaffale alla coop per aggiudicarsi l’ultimo cotechino, è meglio sistemare l’aspetto religioso. Per cui, dato che il prete solito si è ammalato, bisogna trovare un sostituto. Non si può rinunciare alla S. Messa di Natale. Monsignor Ronald Knox fa al caso nostro, e per l’occasione possiamo pure scomodare Father Brown. Dopotutto i fedeli attesi sono numerosi, quindi un paio di mani in più a distribuire le ostie non guasta, anche se bisogna provvedere a far giurare a entrambi che non indagheranno oltre sulle vite dei cittadini visto che già si sono adoperati per il “Caso delle ostie mancanti”. Si preannunciava un disastro infatti, quando poi si è scoperto che il vice parroco non le aveva comprate per le imminenti feste per non perdersi la 4236a puntata di Perry Mason con una tazza di tè caldo tra le mani.
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PRANZO

Ovviamente monsignor Knox ha già stilato diligentemente il Decalogo del Pranzo di Natale, sul quale ogni moglie, madre e nonna dovrà giurare solennemente prima di mettersi all’opera (mano destra alzata, mano sinistra su una copia di Crime Fiction 1800-2000 di Stephen Knight). Si fornisce qui una traduzione spicciola in italiano per rendere più chiare le Sacre Regole:

1. The courses must be mentioned early on, not just brought in at the end.
Le varie cuoche in questione dovranno mettersi d’accordo in anticipo su chi fa cosa per Vigilia, Natale e S. Stefano, per non arrivare ad avere tensioni culinarie il giorno di festa.

2. The menu must be solved manually, not by ‘supernatural machines’.
No agli aiuti meccanici: bandite macchine impastatrici stile KitchenAid e tutto l’armamentario Kenwood. La pasta dei tortellini va fatta rigorosamente a mano.

3. No more than one secret dinnerware set to be used.
Non usare più di un servizio buono, altrimenti si rischia di apparire esibizionisti.

4. No ‘undiscovered’ or ‘undetectable’ spices.
Evitare esperimenti dell’ultimo minuto mai provati prima per non mettersi le mani nei capelli poco dopo.

5. No sinister foreigners, particularly Chinamen.
Evitare di ordinare al take-away cinese.

6. The table must not be solved by a lucky accident.
Pensare a un apparecchiamento della tavola adeguato (guardate Downton Abbey e capirete) e non confinare l’incombenza agli ultimi cinque minuti prima che arrivino gli ospiti, scusandovi poi coi presenti per l’arrangiamento alla “bell’e meglio” adducendo come scusa che “il cane ha preso contro alla tavola poco prima che arrivaste” (cane che, s’intende, non avete mai avuto) e dirottando maldestramente l’attenzione sugli antipasti prima che chiedano ulteriori spiegazioni.

7. The detective must not have cooked the food himself.
Se avete invitato uno o più detective, non lasciateli cucinare.

8. Nor must he conceal clues or reasons for his deductions.
Il detective è ospite quindi dovrete armarvi di santa pazienza e non commentare alle deduzioni riguardo i vostri piatti, sebbene ne sappia meno di voi e scambi il prezzemolo della salsa verde che accompagna il lesso con il coriandolo (blasfemia).

9. A ‘Watson’, if such a character is invited, must not conceal his opinions.
Se c’è pure chi dà manforte al detective nel suo elogio del coriandolo, sorridete e siate
cordiali.

10. There is a special veto against using identical twins or ‘doubles’.
Non fate le stesse portate in due giorni di fila (vedi Sacra Regola n.1).

L’ultimo consiglio per il pranzo di Natale è di stabilire anticipatamente il cosiddetto “turn of the crew”, quindi decidete chi porta le varie portate in tavola e a quali intervalli cosicché non ci siano impedimenti tra la carne e i contorni, tra i dolci e il moscato d’Asti (consigliati Rocca Dell’Uccellette o Emilio Vada).

Ora, se la cucina da un lato è a posto, bisogna spuntare dalla lista tutto il resto.
-3-
REGALI

Regali: munitevi di una lista delle persone abbinate al corrispettivo regalo, bigliettini d’auguri, metri di carta a motivo natalizio e il tipico nastro rosso. Esercitatevi a fare i fiocchi, è un’arte che non è così semplice come sembra, ma fine, come scrive De Quincey in On Wrapping Considered as one of the Fine Arts, perché richiede manualità e predisposizione eugenetica. Se non siete avvezzi all’impacchettamento lasciate perdere, o verrete sommersi da scarti di carta e nastro rosso tanto che alla fine la vostra stanza, indipendentemente dal colore delle pareti originario, assomiglierà a “uno studio in scarlatto”. Che poi era il titolo di un racconto di Doyle su come si era ridotto in una situazione similare, ma ormai è conosciuta come la prima avventura di Sherlock Holmes solo perché ha invertito i fogli delle copertine inviati allo Strand.

Doyle – cofanetto di dvd di Jurassic Park.
Sherlock Holmes – un paio di occhiali molto casti. Insomma, non i Ray Ban (anche perché sono di Poe e si sa che è permaloso). Bisogna fargli accettare la miopia una volta per tutte, è inutile che continui a girare col naso incollato alla lente d’ingrandimento e dica di riconoscere la gente e le professioni dagli abiti, se è l’unica cosa che riesce a distinguere da una certa distanza invece del volto.
Sorelle Fox – torta di mele fatta in casa (indagare se preferiscono Melinda o renetta).
Lombroso – copia di Hamlet. O un viaggio pagato per l’ossario di Solferino-San Martino.
Silence – tavoletta Ouija.
Agatha Christie – borsa di pelle. Vedere il sito edgeinpellami&co.it.
Dickens – credo basti il pranzo in famiglia per dimostrargli che non è solo per Natale, cosa di cui aveva provato a scrivere in A Christmas Carol ma nessuno l’ha capito.
Wilkie Collins – statuetta onoraria per il maggior impegno per la parità e i diritti delle donne, possibilmente con le sembianze di Anne Rodway.
Moriarty – uncinetti e gomitoli di lana. Si sa mai che si appassioni a intrecciare sciarpe e maglioni piuttosto che tessere ragnatele. Almeno risparmierebbe sul guardaroba ed eviterebbe di pagare la donna delle pulizie che ha di meglio da fare.
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INVITATI

È fuor di dubbio che sia necessario conoscere in anticipo gli invitati confermati al vostro pranzo o cena se volete esser sicuri di avere argomenti di conversazione e soprattutto evitare spiacevoli incomprensioni tra di loro: dato che siete i padroni di casa dovrete destreggiarvi in modo da far sentire tutti a loro agio. Come prima cosa, stilate una lista di chi viene e chi no.

NO: Moriarty, Cesare Lombroso, William Wilkie Collins.

Ragioni addotte: Moriarty è in vacanza. I voli per Tenerife erano già tutti pieni quindi ha optato per l’offerta super economica per Shutter Island. Lombroso è stato promosso a capo dell’istituto psico-penitenziario dell’isola e sta studiando il genio e la follia di Moriarty a sua insaputa, inseguendolo di nascosto mentre quest’ultimo cerca invano una spiaggia caraibica dove appostarsi con l’ombrellone. Wilkie Collins è attualmente impegnato con la NASA perché vogliono studiare la sua moonstone, che si è scoperto essere un ufo che avrebbe assistito al reale sbarco (americano?) sulla luna. Possibili connessioni pure con l’Area 51.

SÌ: Sorelle Fox, John Silence, Edgar Allan Poe, Sherlock Holmes più un cane, Conan Doyle, Agatha Christie, Charles Dickens, Raymond Chandler.

Note sugli invitati confermati:
Trovare nove sedie in più in cantina o andare all’Ikea.
Predisporre una stanza per le sorelle Fox, Silence, Doyle e Dickens dove possano fare una seduta spiritica. Far sedere lontani Doyle e Dickens, che non si guardano di buon occhio da che Dickens ha spopolato con A Christmas Carol mentre Doyle è stato deriso per The Coming of the Fairies.
Sherlock Holmes ovviamente non parteciperà quindi bisognerà trovare qualcosa per intrattenerlo. Appunti al riguardo sulla base delle conoscenze di Holmes rilevate da Watson per scrivergli un curriculum:
• Musica: è possibile fargli suonare Silent Night o Jingle Bells al violino?
• Conoscenza letteraria: nulla. Non può intrattenere raccontando una storia.
• Politica: conoscenza flebile. Evitare di parlare di temi attuali se si nota una vena infastidita nel suo sguardo.
• Botanica: variabile. Non regalategli una stella di natale, si seccherebbe nel giro di tre giorni, se ci arriva. Al massimo potrebbe ricavare una supercolla dal siero secreto dalle foglie.
• Chimica: profonda. Potrebbe interessarsi alle essenze o candele profumate se ne mettete in giro. In altre parole, riempitevi la casa di Yankee Candles così si perde qualche decina di minuti ad analizzarne la composizione.
• Anatomia: dettagliata ma non sistematica. Da aggiungere ai possibili regali di Natale: l’allegro chirurgo. Disponibile su amazon.
• Sensational Literature: conoscenza sterminata. Possibile argomento di conversazione.
• NB: il cane al seguito è il segugio dei vicini, i Baskerville, andati in vacanza in Scozia. Innocuo ma affamato: preparate una ciotola con qualche avanzo.

Poe: facile, fate un set di partite a dama. Però non coinvolgete Sherlock, per carità, sennò poi non vi lamentate dei battibecchi riguardo l’uso della deduzione e della logica nel caso Mary Rogers.

Chandler ha bisogno di un cuscino ortopedico per il gran sonno che gli viene dopo questi pranzi. L’abbiocco è generalizzato a dir la verità, ma in genere si resiste tra chiacchiere e partite varie.

Per Agatha Christie basta una poltrona, un plaid e una buona tazza di tè inglese, con una luce calda ma soffusa, insomma create un’atmosfera molto cozy per farla sentire a suo agio. Ricordatevi di darle (ma anche di distribuire a tutti) i biscotti e gli stuzzichini portati da Sherlock Holmes di cui va pazza. Vi ricordiamo che questa è stata una gentile proposta del detective, da voi accettata, dato che per venire da voi attraversa ovviamente Baker Street, sede segreta del Banderas White Mill, il forno più famoso d’Europa, e dato che vostro malgrado avete comprato solo tre pandori, due panettoni e due tronchetti di Natale (più 5kg di mascarpone per ogni evenienza), mettendo chiaramente in pericolo la buona riuscita del Natale rischiando di non avere abbastanza dessert per tutti. Non disperate, arriverà di sicuro il momento in cui vi sentirete dire da vostra moglie o da vostra madre “Ecco vedi, l’avevo detto io che dovevamo prenderne uno in più”. Al che voi annuirete e le darete ragione, anche perché ogni difesa sarebbe vana e sprecata per via delle legge imperitura che le donne in questi casi hanno sempre ragione. E rassegnatevi pure al fatto che se dovesse mancare sul serio il pandoro sareste voi a rimanere senza, perché la colpa è appunto vostra. Quindi, motivo in più per ringraziare Sherlock Holmes.
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INTRATTENIMENTO

Ricordatevi che dopo il pranzo natalizio è d’obbligo la tradizionale partita a tombola, non a Cluedo. Non preoccupatevi, non ci saranno proteste di sorta tra i potenziali giocatori: da un lato i vostri ospiti detective si risparmieranno indelicati sbadigli e cenni di noia per la perenne ovvietà delle conclusioni, dall’altro i vostri parenti vi saranno grati per aver evitato loro una figuraccia. Quindi, che tombola sia. E guai a chi pensa di sottrarre la cinquina e la tombola alla nonna/moglie/madre. È un diritto acquisito da tempo immemore, quindi accontentatevi dell’ambo e del terno. Generalmente sono cioccolatini, quindi vi va anche bene. Le lenticchie secche della quaterna sarebbero meno appaganti da sgranocchiare. Per ogni evenienza comunque procuratevi una scacchiera con pedine da dama e scacchi.
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ABITUDINI

Si sa che per voi crime-dipendenti il risveglio ideale non è l’odore di brioche calde appena sfornate, uccellini che cantano, giornata di sole e tutti belli sorridenti che neanche nella pubblicità di Mentadent, ma:
un vago sentore di sostanze chimiche, testimonianza degli esperimenti fatti fino a notte fonda per identificare un veleno;
un bicchiere di succo d’arancia bevuto usando guanti in lattice per non lasciare tracce;
una lettera di ricatto della Black Hand, nota organizzazione criminale di macellai che trafficano in tacchini d’esportazione, dall’Europa all’America; secondo Holmes sono i responsabili del rapimento (involontario) dell’amata Rosita, la gallina di Banderas, scambiata per l’appunto per un tacchino a forza di mangiare gli avanzi delle infornate del fu Zorro;
dare un’occhiata a immagini raccapriccianti che darebbero da fare a qualsiasi altra persona;
lanciare una diagnostica al pc ancora in pigiama per controllare che non vi abbiano hackerato il sistema appropriandosi di curriculum, identità e conto corrente;
canticchiare la musica di Psycho durante la doccia;
guardare fuori dalla finestra e sorridere compiaciuti nel vedere una giornata da tipico novembre in pianura padana, con una nebbia densa che annulla ogni certezza e cala il mondo in un limbo, come nei quadri di Whistler;
accendere una candela e girare con quella in mano di stanza in stanza invece di sfruttare i più moderni interruttori perché la luce fioca favorisce la concentrazione.

Nonostante ciò, ricordate che è consigliabile vivere il Natale ad occhi aperti e non chiusi, perché per quanto ci possa essere qualche candela qui e là non dovete trovare qualche soluzione di sorta, piuttosto dovete vivere appieno questi momenti che hanno in sé qualcosa di magico che neanche i vostri detective possono spiegare. Non è qualcosa di razionale e logico, rassegnatevi, è quel “senso di Natale” che si ritrova nella fiamma di una candela, nelle luminarie per strada, in quel brusco contrasto di calore e freddo sulle guance appena entrate in casa, nella cura con cui sono state messe le posate (vedi Sacra Regola n.6), quando scoppia una risata improvvisa a tavola, nell’aroma di vaniglia nell’addentare il pandoro, quando snodate un fiocco, nel crepitio della trepidazione nel momento in cui strappate la carta, o in quel mondo in miniatura accogliente e familiare che è il presepe.
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ANNOTAZIONI

Ultime fondamentali annotazioni:

Prossimamente vi sarà spedito il consueto calendario per l’anno nuovo riservato a tutti gli appassionati di crime fiction. Purtroppo ci sono stati problemi nel reperimento della carta nella foresta di Tyburn, ma presto avrete il vostro Newgate Calendar 2016. Per scusarci del ritardo in omaggio un vasetto di miele dato dalla cross-pollinazione di genus goticus e genus thrillericus. Biologico.

Li avete già fatti l’albero e il presepe o sono ancora inscatolati in cantina? Non sottovalutate l’ovvietà della domanda, stando a Poe “these escape observation by dint of being excessively obvious”. Non vorrete mica seguire alla lettera il resto delle istruzioni e far trovare una casa spoglia ai vostri invitati perché avete dimenticato i simboli più ovvi del Natale, vero?

Si fa presente agli adepti che sono stati segnalati casi di studenti/esse che, iniziati alla crime fiction, si sono guadagnati occhiate strane da parte dei genitori nell’aiutare a preparare l’albero, pertanto se avvertite uno o entrambi i sintomi seguenti da loro sperimentati (o riscontrate una sintomatologia similare) chiamate il medico. Che non vi sarà d’aiuto, quindi tantovale che vi riduciate da soli la dose di pagine giornaliera di libri sul genere.

SINTOMO 1: Nel vedere l’albero di Natale recuperato dal garage accuratamente impacchettato, per evitare che prenda polvere, in due sacchi neri da immondizia dovutamente incollati con il nastro adesivo, non potete esimervi dal commentare: “Cavoli, sembra proprio un cadavere messo così!”. Si nota qui una certa tendenza a vedere tutto secondo una certa ottica.

SINTOMO 2: Una volta tolti i sacchi da immondizia, nel vedere l’albero di Natale legato con spago plastificato in modo tale che i rami stiano belli compattati e occupi meno spazio in garage, non potete esimervi dal commentare (nello specifico, vedendo il padre, ma si estende a qualsiasi parente): “Pà, è inutile che tagli lo spago che dopo la mamma dice che ci serve integro per metterlo via, devi pensare come lei, perché l’ha sicuramente legato lei così, quindi come avrebbe fatto? Com’è più abituata a fare, cioè nello stesso modo in cui lega gli arrosti con lo spago da cucina” e nel frattempo in due mosse trovate il nodo principale e lo slegate, liberando tutto l’albero, sotto lo sguardo incredulo dell’altro parente (che inoltre ha una conoscenza limitata o pressoché nulla in ambito culinario). Questo è ben peggiore del sintomo precedente, badate, perché è una deduzione fatta dando un’occhiata veloce alla disposizione dello spago intorno all’albero, senza neppure toccarlo, e senza sapere a priori o ricordare che era stata la madre a legarlo l’anno prima. Si nota qui un collasso esagerato nella tendenza a identificarsi con la mente del “criminale” per trovare una soluzione al caso. Si consiglia vivamente l’astensione dalla lettura e la visione di qualche puntata di programmi di cucina. È probabile che molti casi irrisolti si possano spiegare attraverso i metodi di legamento degli arrosti, che nessun poliziotto o detective uomo conosce e pertanto non prende in considerazione. Se non vi cimentate mai nella lettura di qualche ricetta non potete capire con facilità quando il colpevole è una donna. Elementare.

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CONCLUSIONI

Nonostante possa sembrare qualcosa di insormontabile (come ogni anno), tra tortellini e zamponi, carte e fiocchi, ceste e regali, tombolate e partite a carte, alla fine il Natale è il Natale. Questo è solo un foglio di appunti e consigli che può servirvi o meno. Ciò che più conta è che alla fin fine chi a tavola, chi in piedi, chi seduto comodamente in poltrona o sul divano, tra un boccone e l’altro tutti prima o poi sorridono, e si avverte chiaramente quell’atmosfera familiare e calda di condivisione, leggerezza e allegria generale (effetto del mesmerismo, s’intende). Foss’anche l’austero Sherlock Holmes a tenervi sulle spine, sicuramente si lascerà andare anche lui per un istante, concedendosi un sorriso compiaciuto quantomeno al leggere quanto segue, l’ultimo mistero di quest’anno che dovete svelare per distrarvi un momento dai doverosi preparativi natalizi (non siete ancora sommersi dai nastri rossi, vero?):
Se aveste bisogno di un piccolo aiuto perché la vostra mente è già per metà in vacanza o pensa alla lista della spesa che dovete fare (e alle interminabili code alle casse), ecco qui l’aiuto proposto da Sherlock:

Man or woman you should not care,
at the order you should stare,
numbers are part of the solution
but do not have a delusion:
just look at the image on the cover
and the key hint you will discover.
It is rather easy my dear fellow,
simpler than in a book covered in yellow
this puzzling ending is,
so follow my suggestion
and find the connection
piece by piece
to get the meaning
of the whole thing.

Ora non avete più scusanti.
Se vi arrendete o volete controllare la soluzione, voltate pagina…
anzi consultate il file PDF e scorretelo fino in fondo

SARA PINI

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Bianca da morire di Elena Mearini

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Con il noir Bianca da morire, Elena Mearini (Cairo 2016) già da noi molto amata per Undicesimo comandamento: uccidi chi non ti ama conferma la sua cifra narrativa personalissima, che si basa su una prosa poetica intensa ed estrema. Nessuna parola fuori posto, bianca da morirenessuna parola di troppo. Per raccontare una vicenda che, se pare strappata alle pagine della cronaca nera, scava senza pietà nel profondo della coscienza di ognuno/a di noi, sottraendoci per il tempo della lettura alla certezza di aver superato gli inevitabili traumi che ci accompagnano dall’infanzia, i complessi di colpa maturati in seno alla famiglia, le gelosie e le invidie “innocenti” che si sviluppano fra genitori e figli e tra fratelli e sorelle. Un thriller potente e scabroso, creato pagina dopo pagina da una voce narrante che si interfaccia con il mondo dei social network e con la favola – sempre attuale, sempre illusoria – dell’amore romantico che non ha soluzioni.
(a.c.)

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