Il crimine come processo comunicativo di Giacomo Buoncompagni

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GIACOMO BUONCOMPAGNI, FORME DI COMUNICAZIONE CRIMINOLOGICA. IL CRIMINE COME PROCESSO COMUNICATIVO (ARAS, FANO 2018)

Un libro che, in quarta di copertina, riporta una celebre citazione di Arthur Conan Doyle, non può non avere il mio plauso a prescindere. Aprendo poi il volume, e scorrendo le pagine, si ha una seconda piacevole sorpresa: il saggio non solo analizza il comportamento criminale come forma di comunicazione, ma si addentra nei meandri delle nuove tecnologie digitali, delle serie tv, della spettacolarizzazione mediatica, della prevaricazione sull’Altro come forma deviante di salvezza individuale e collettiva, fino a parlare di sette, del sexting, dell’ ’inconscio digitale”, di “estimità”. E di tanto altro ancora. Un libro che non può mancare sulla scrivania del criminologo, dell’educatore, del genitore, e che non po’ non fare gola a chiunque si interessi ai processi di comunicazione e di relazione, alle dinamiche odierne dell’investigazione, alle strategie per affrontare le differenze fra diverse culture. (a.c.)

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TRADUNOIR IV edizione

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Anche quest’anno parte il Concorso di Traduzione Letteraria nell’ambito della narrativa noir e d’indagine,riservato in questa edizione agli studenti e studentesse sia della laurea magistrale TEFLI sia della laurea magistrale CIDI che siano in regola con il pagamento delle tasse e abbiano una media di voti negli scritti di lingua inglese pari o superiore a 23.

Il Bando è disponibile in formato PDF cliccando sul link

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La biblioteca segreta di Leonardo presentata da Urbinoir

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Il 30 Gennaio 2019 alle ore 15.30 al Collegio Raffaello in Piazza della Repubblica a Urbino Urbinoir presenta La biblioteca segreta di Leonardo di Francesco Fioretti, Piemme, 2018.
Il dialogo con l’autore è aperto da Gian Italo Bischi e Nino Finauri dell’I.I.S Raffaello. La presentazione avviene nell’ambito delle iniziative culturali dell’Istituto di Istruzione Superiore Raffaello di Urbino, l’ex Liceo classico. Libri e dialoghi del Raffaello è un contenitore nuovo di incontri e formazione che il Liceo vuole offrire alla cittadinanza e agli studenti per animare l’interesse per i libri e la lettura.




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il nuovo bando Haiku Noir 2019

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HAIKU NOIR

Il nuovo Bando per Haiku-Noir 2019 in formato PDF

Urbinoir 2018 propone la II edizione di HAIKU NOIR    

1. Si partecipa con un massimo di tre poesie, in lingua italiana, inglese o giapponese (in questo caso seguita tra traduzione in italiano), secondo le regole dell’haiku: tre versi di 5, 7, 5 sillabe. In considerazione degli sviluppi contemporanei della forma haiku, sia in Giappone sia in Occidente, tale numero di sillabe non è strettamente obbligatorio, pur restando altamente auspicabile.

2. Le opere devono essere ben riconoscibili come noir, pena l’esclusione – o per tematica, o per atmosfera, o per stile, o per personaggi…

3. Non è prevista alcuna quota di partecipazione.

4. I partecipanti dovranno inviare (in formato Word) – entro e non oltre la data di scadenza fissata al 30 maggio 2019 – all’indirizzo mail haikunoir@uniurb.it un allegato contenente:le poesie con le quali intendono concorrere, il nome e l’e-mail dell’autore/autrice.

5. La Commissione di Giuria è composta da 

Gianni Darconza (poeta, studioso di letterature comparate e Presidente del Premio);

Giovanni Ballarin (studioso di lingua e cultura giapponese);

Alberto Fraccacreta (poeta e direttore della rivista online “La resistenza della poesia”);

Vittoria Silviana Iorio (vincitrice edizione Haiku Noir 2017);

Tiziano Mancini (scrittore e giornalista);

Ben Pastor (autrice di noir e Presidente del Premio di Poesia Haiku “La luna e il vigneto”);

Luigi Sanvito (editor, traduttore di narrativa poliziesca e studioso di cultura giapponese).

6. Verrà premiato un solo haiku per autore/autrice con diploma e prezioso premio a sorpresa! 

7. La cerimonia di premiazione si terrà in occasione di Urbinoir 2019 (novembre 2019).

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“Il garzone del boia” Elison Publishing–2018

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 Ambientato nell’Italia dell’Ottocento, IL GARZONE DEL BOIA è la storia del più celebre esecutore di sentenze capitali dello Stato Pontificio, Giovanni Battista Bugatti detto Mastro Titta, raccontata dal suo aiutante comprato per pochi soldi dalla famiglia di origine per farne il proprio garzone.

Una visione assai diversa, a volte in contrasto con quella del proprio Maestro che vede il mestiere del boia come una vocazione, mentre per il buon garzone è solamente una scelta obbligata dalla quale fuggire alla prima occasione.

Gli eventi si susseguono tra le esecuzioni di assassini e le storie vissute dai protagonisti o raccontate dal popolino sotto la forca.

Il Maestro cresce il proprio aiutante iniziandolo anche alla lettura e alla scrittura, così che il romanzo presenta una doppia stesura.

Una prima, in corsivo, fatta dall’aiutante alle prime armi, con un linguaggio spesso forte e colorito e una seconda scrittura, quando oramai avanti con l’età su consiglio del suo analista, riprende in mano questa storia per fuggire dai fantasmi che ancora lo perseguitano.

 Di seguito il collegamento al sito per il dettaglio e per una recensione i contatti dove richiedere una copia gratuita.

Simone Censi

https://www.facebook.com/IL-Garzone-DEL-BOIA-364519407441667/?modal=admin_todo_tour

https://elisonpublishing.stores.streetlib.com/it/simone-censi/il-garzone-del-boia/

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PROGETTARE UNA BIBLIOTECA NOIR

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Non è semplice affrontare l’organizzazione bibliografica di una raccolta documentaria Noir, sia per la vastità del materiale che comprende non solo monografie e periodici a stampa, ma anche risorse elettroniche e multimediali, sia per le caratteristiche di un genere, o meglio, un arcobaleno di sottogeneri di non facile definizione, un caleidoscopio di sfumature difficili da classificare.

D’altra parte lo scopo primario di una biblioteca specialistica non è quello di raccogliere tutto il materiale possibile e immaginabile, e anzi l’accumulo sconsiderato di qualsiasi cosa venga scritta può avere effetti negativi ai fini di una documentazione efficace. Edgar Allan Poe già nel 1848 così scriveva nel Marginalia a proposito della quantità delle pubblicazioni a volte inutili accumulate nelle biblioteche: “L’enorme moltiplicarsi dei libri in ogni ramo dello scibile è uno fra i peggiori flagelli dell’età nostra, uno dei più seri ostacoli al raggiungimento d’ogni conoscenza positiva”.

Vero è che la quinta legge biblioteconomica di Ranganathan, “The library is a growing organism” suona come un invito ad ampliare le collezioni attraverso nuove acquisizioni che rispecchino gli ideali, le aspirazioni prefissate dalla biblioteca, a patto di raccogliere e conservare solo materiale pertinente, in questo caso riguardante la cultura del Noir promossa dai curatori di Urbinoir, in particolare dalla Prof.ssa Alessandra Calanchi.

Il maggior numero di donazioni è stata effettuata dal massimo esponente italiano del “noir mediterraneo” Andrea Camilleri, scrittore assai prolifico, che in occasione nel 2012 del conferimento della laurea onoris causa dall’Università degli Studi di Urbino e la targa di Urbinoir, ha lasciato ben 28 suoi celebri romanzi editi da Sellerio.

Uno degli intenti prefissati dal comitato scientifico di Urbinoir è quello di occuparsi del sociale, in cui la finzione del romanzo si interseca con la cronaca della realtà spesso drammatica e alienata della provincia. Anche in questo senso non è casuale la scelta di autori noir sensibili a questi problemi come Valerio Varesi, giornalista di La Repubblica o il giudice Giancarlo De Cataldo con il suo celebre Romanzo Criminale da cui è stata tratta una seguita serie televisiva e un film, o ancora Marilù Oliva sensibile ai problemi dell’universo femminile con Le spose sepolte. Il romanzo autobiografico Come una lama racconta la dura esperienza del carcere subita da Maria Vittoria Pichi.

La piccola ma significativa raccolta noir di 132 monografie, destinata a crescere, è il frutto di generose donazioni da parte di scrittori e curatori invitati alle giornate di studio dei convegni di Urbinoir, che ormai si tengono dal 2007 (la data della prima edizione è avvolta nel mistero), ognuno dei quali ha lasciato il proprio contributo e testimonia come la letteratura Noir ci aiuti a comprendere e svelare l’evoluzione della nostra società esprimendone tutte le paure, le contraddizioni, i lati oscuri.

Altro argomento analizzato da Urbinoir è il genere noir intrecciato a fatti storici, come nel caso dei romanzi di ambientazione medievale di Valerio Evangelisti e della scrittrice italo-americana Ben Pastor con Lumen e La strada per Itaca.

La raccolta comprende testi di ispirazione esoterica, di autori come Giordano Lupi, con i suoi romanzi di ambientazione cubana e caraibica come la i racconti di Nero Tropicale.

Il carattere particolare del genere Noir, detto anche un surgenere, in quanto contaminazione di generi, porta ad interessarsi a diversi ambiti disciplinari, come l’arte, il fumetto e il cinema. Sono esemplari i saggi critici di Giovanni Modica dedicati alla filmografia horror di Dario Argento, o il saggio di Andrea Carlo Cappi Diabolik, l’ora del castigo con disegni originali di Giuseppe Palumbo.

Le traduzioni delle avventure di Sherlock Holmes di Conan Doyle edite da Mondadori, testimoniano il sodalizio con l’associazione Uno studio in Holmes: the Sherlock Holmes society in Italy, patner di Urbinoir sin dagli esordi.

Uno spazio importante è riservato ai noir di ambientazione marchigiana e urbinate, come i romanzi della collana Neroitaliano di Fanucci Editore o la raccolta antologica di autori marchigiani Marchehnoir, e i romanzi Nei sotterranei della Cattedrale di Marcello Simoni, L’enigma Montefeltro di Marcello Simonetta, La tana di Enrico Maria Guidi, Scomparsi a Urbino di Sonia Bucciarelli, che forniscono notizie storiche sempre accurate unite alla particolare atmosfera di storia e mistero che da sempre circonda la Città Ducale.

Una sezione è dedicata agli studi critici, come la raccolta di saggi Arcobaleno noir a cura di Alessandra Calanchi con una serie di riflessioni teoriche che tentano di definire il genere Noir tra letteratura e cinema.

Inoltre la collana Urbinoir-studi di Aras edizioni, raccoglie gli atti dei convegni annuali. Il link di riferimento è: 

www.urbinoir.uniurb.it/collana-urbinoir-studi/

I libri di Urbinoir sono raccolti in un fondo speciale della Biblioteca dell’Area Umanistica – sezione Lingue a cui è stata assegnata la segnatura di collocazione Urbinoir, e sono ammessi alla consultazione e al prestito a chiunque lo richieda.

Il materiale è organizzato in varie sezioni: opere originali in ordine alfabetico per autore, saggi di critica, antologie, collane.

http://opac.uniurb.it/SebinaOpac/Opac

Tutti i testi sono stati inventariati e catalogati attraverso l’indice del Servizio Bibliotecario Nazionale. L’intera schedatura delle opere è consultabile sia nell’Opac nazionale www.sbn.it, sia nel catalogo del Servizio Bibliotecario di Ateneo digitando la parola-chiave Urbinoir nel campo della Ricerca libera.

Michele Bartolucci

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CACCIA ALL’UOMO IN CALDO AMARO DI SARA FERRI

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Ho scoperto “Caldo Amaro” per caso e l’ho letto attirato dal fatto che è ambientato a Pesaro, la città in cui sono nato e cresciuto. Ero curioso soprattutto di vedere che effetto mi avrebbe fatto riconoscere le strade e i luoghi della mia città tra le pagine di un romanzo, inoltre, volevo scoprire in che modo, nella mia città (uno dei tanti proverbiali piccoli centri di provincia in cui “non succede mai niente”) la trama di un romanzo giallo avrebbe potuto nascere e dipanarsi.

“Caldo Amaro” risponde a queste domande in maniera eccellente, accompagnando i lettori in luoghi che i pesaresi conoscono bene e descrivendo in maniera fedele quello che, secondo me, è lo spirito della città e dei suoi abitanti. Nei personaggi di Sara Ferri ho infatti riconosciuto molto bene il carattere, la mentalità e i modi di fare dei miei concittadini, ritrovando tante piccole sfumature che chi abita da queste parti (me compreso), nel bene o nel male, si porta dentro.

Tuttavia, queste sensazioni passano gradualmente in secondo piano e questo genere di dettagli viene sapientemente sfumato per dare più spazio spazio a una storia avvincente e ai personaggi che la vivono.

Facciamo così la conoscenza di Noelia Basetti, ventotto anni, biologa, che si trova coinvolta nelle indagini sull’omicidio di una ex-compagna di classe quando il laboratorio di analisi per cui lavora viene scelto dalle autorità per i rilevamenti. A causa dei suoi legami con la vittima, per Noelia la ricerca dell’assassino diventerà ben presto una questione personale, come anche un’occasione per affrontare un passato scomodo, segnato da tanti problemi lasciati in sospeso troppo in fretta.

Il canovaccio, direi allora, è un vero e proprio classico: la protagonista affronta una serie di peripezie in uno spinoso percorso di evolutivo che la porterà a cambiare sé stessa e il proprio presente. Mettiamoci anche il fatto che si tratta di un personaggio un po’ “antipatico”, di quelli con cui, almeno all’inizio, non è semplice familiarizzare, e il gioco è fatto.

Dove sta allora il bello? Dov’è la forza di questo romanzo?

Secondo me il bello sta nel fatto che la narrazione ha un buon ritmo e riesce a coinvolgere il lettore (pesarese o meno) fin da subito. Praticamente, non ci sono tempi morti. I personaggi sono sempre in movimento e trasmettono concretamente la sensazione che in questa caccia all’uomo non ci sia davvero un minuto da perdere. Dunque, i protagonisti agiscono, si sporcano le mani senza tanti problemi e giocano a un gioco pericoloso, con tutte le conseguenze del caso.

Ho parlato di una protagonista “antipatica”. In effetti, personalmente, credo proprio che farei fatica ad avere a che fare con Noelia Basetti se la frequentassi, tuttavia mi è piaciuta perché la sua non è un’antipatia banale o portata all’eccesso: non si tratta di uno di quei personaggi ruvidi, scontrosi o esplicitamente sgradevoli che sono tanto popolari ultimamente, né nasconde qualità eccezionali o chissà quali problemi che, in qualche modo, ci porterebbero a giustificare il suo modo di essere. Semplicemente, come tanti, è figlia di una vita normale (con i suoi alti e bassi) che l’ha portata a essere quello che è e vive una situazione di cui, come tanti, non è soddisfatta ma che fa fatica a cambiare.

Essendo più o meno un suo coetaneo e vivendo nel suo stesso ambiente, posso dire però che in un certo qual modo la capisco perché ho vissuto e vivo in prima persona, tutti i santi giorni, tanti dei suoi dilemmi personali. Questo la rende, secondo me, un personaggio “vivo” che funziona piuttosto bene. Ci sarebbe da dire che, per contro, i comprimari sono un po’ più bidimensionali e vivono piuttosto di luce riflessa, ma penso che, alla fin fine, facciano decorosamente il loro mestiere.

Tirando le somme, quindi, direi che si tratta di un romanzo avvincente, ben scritto e gestito col giusto equilibrio, che va dritto al sodo nei tempi giusti senza lasciare niente per strada. Da provare senza ombra di dubbio.

Tra l’altro, di recente è uscito il nuovo lavoro di Sara Ferri, “Dimentica la notte” (Alter Ego, 2018) e sinceramente non vedo l’ora di scoprirlo.

Giovanni Ballarin

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Due segnalazioni d.o.c.

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UNO SBAFFO DI CIPRIA. Le indagini di Vivian Decon, di Marco Belli (www.edicolaed.com 2018) e
 
L’IMPUTATO di Eleonora Carta (Newton Compton Editori 2018)
 
Il primo ha una trama fitta come la nebbia che avvolge Ferrara.
Il secondo è un legal thriller al femminile.
Nel primo c’è un centro sociale.
Nel secondo, un cimitero e uno straniero.
Il primo dei due autori (classe 1975) è – tra le altre cose – un sommelier.
La seconda (classe 1974) voleva fare l’avvocato, poi ha cambiato idea.
Entrambi sono al secondo romanzo.
(a.c)

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