Un nuovo saggio di Alessandra Calanchi sul Mastino dei
Baskerville apre il primo numero di una nuova rivista internazionale Studies in Crime Writing. L’articolo si può scaricare o leggere qui
Le novità e le segnalazioni del momento
Un nuovo saggio di Alessandra Calanchi sul Mastino dei
Baskerville apre il primo numero di una nuova rivista internazionale Studies in Crime Writing. L’articolo si può scaricare o leggere qui
Il primo concorso di Haiku di ispirazione noir!
Urbinoir 2017 propone un nuovo concorso: HAIKU NOIR!
1. Si partecipa con un massimo di tre poesie, in lingua italiana o inglese, secondo le regole dell’haiku: tre versi di 5, 7, 5 sillabe. In considerazione degli sviluppi contemporanei della forma haiku, sia in Giappone sia in Occidente, tale numero di sillabe non è strettamente obbligatorio, pur restando altamente auspicabile.
2. Le opere devono essere ben riconoscibili come noir, pena l’esclusione – o per tematica, o per atmosfera, o per stile, o per personaggi…
3. Non è prevista alcuna quota di partecipazione.
4. I partecipanti dovranno inviare (in formato Word) – entro e non oltre la data di scadenza fissata al 30 maggio 2018 – all’indirizzo mail haikunoir@uniurb.it un allegato contenente: le poesie con le quali intendono concorrere, il nome e l’e-mail dell’autore/autrice.
5. La Commissione di Giuria è composta da
Gianni Darconza, poeta e Presidente del Premio
Alessandra Calanchi, studiosa di noir
Alberto Fraccacreta, poeta e direttore della rivista online “La resistenza della poesia”
Tiziano Mancini, scrittore e giornalista
Ben Pastor, scrittrice di noir e Presidente del Premio di Poesia Haiku “La luna e il vigneto”
Luigi Sanvito, editor di narrativa poliziesca ed esperto di cultura giapponese
6. Verranno premiati tre haiku di uno stesso autore/autrice con diploma e prezioso premio a sorpresa!
7. La cerimonia di premiazione si terrà in occasione di Urbinoir 2018 (novembre 2018).
Che dire? Il volume numero 35 de Il Giallo Mondadori – Sherlock riserva veramente molte sorprese. Innanzitutto, il titolo Sherlock Holmes. Indagine a New York per la signora Hudson (di Barry S. Brown) ci porta sull’altra sponda dell’Atlantico, ma non solo: ci fa incontrare nientemeno che Mark Twain. In secondo luogo, una volta finito di leggere il racconto, troviamo due veri tesori: una breve postfazione di Luigi Pachi intitolata “La signora Hudson sotto i riflettori”, che riconosce il ruolo fondamentale della landlady, e un lungo saggio di Luca Sartori, noto autore e traduttore (anche per Mondadori, in questa stessa collana), intitolato “I dodici apocrifi: the exploits of Sherlock Holmes”. Due vere perle – basterebbero questi due saggi per giustificare l’acquisto del libro – che varrebbe la pena fossero segnalate in copertina, o perlomeno nel frontespizio. (a.c.)
Si segnala l’uscita di Il gioco per eccellenza. Cinquant’anni di Cormac McCarthy a cura di Franco Lonati e Giulio Segato (diego dejaco editore 2017)
Nel cinquantenario dell’esordio di McCarty esce questo bel volume collettaneo, introdotto da Francesco Rognoni, dedicato a quello che ora molti guardano già come un “maestro”. Leggerlo ci offre la splendida opportunità di apprezzare questo interessante scrittore che si muove tra noir e western, raccontandoci scenari apocalittici di un’America fatta di padri e di figli e dove la wilderness ha definitivamente ceduto il posto non alla civiltà, ma a un’irrevocabile waste land. Tra gli autori figurano noti americanisti tra cui Stefano Rosso e Andrea Carosso. (a.c.)
In una primavera segnata dal grande ritorno di Twin Peaks, Eliselle, che nel suo sito si autodefinisce “lettrice compulsiva, libraia appassionata, scrittrice”, ci regala un racconto composito e frammentario le cui voci si alternano ai notiziari, ai commentatori anonimi e al disagio di un’intera comunità. Una denuncia della violenza e dei rapporti di potere travestiti da amore. Un grido d’aiuto da parte di una generazione “senza scopo né posto”. Un thriller corale e sconvolgente. (a.c.)
Seconda uscita settimanale per Sherlockiana: una piccola nave scompare nel nulla…
Il racconto è stato tradotto da Anya Pellegrin e rientra nelle attività congiunte di Delos Digital con l’Università Carlo Bo e Urbinoir
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